DAMIEN JURADO, And Now That I’m In Your Shadow (Secretly Canadian / Wide, 2006)

Impalpabile. Damien Jurado è impalpabile. Volete la prova? Mettete su “And Now That I’m In Your Shadow” e fate una qualunque altra cosa. Non vi fermerete mai per commentare qualcosa sul disco in questione. Passa come l’acqua. Anzi, a volte ci si può fermare e chiedersi “ma chi è già che stavo ascoltando?”. Ecco. Il problema è che questi cantautori credono basti fare una canzone voce e chitarra e altre con finissimi arrangiamenti di viola e pianoforte per risultare interessanti. Ok che mi piacciono milioni di dischi del genere, ma perché hanno una loro caratteristica che li rende interessanti. Jurado non ha niente. Non ha un particolare talento melodico, non è un triste terminale, non ha una voce riconoscibile tra mille. E’ un ibrido senza coraggio, un cantautore che getta discredito sulla categoria. Già sembra che abbia poco da dire, se poi lo dice male non è che le cose possano migliorare più di tanto. Se avesse anche una sola traccia di personalità potrebbe destare interesse. Per ora, si deve limitare ad essere un sottofondo.

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