CUT, A Different Beat (Homesleep / Audioglobe, 2006)

Un’altra band di profughi Gammapop approdata ad Homesleep. Dopo i Julie’s Haircut infatti, anche i Cut giungono all’isola felice dell’etichetta bolognese per riaccendere la luce del loro ruvido & viscerale r’n’r una manciata di anni dopo quel “Bare Bones” che ne espresse le potenzialità. “A Different Beat” è un viaggio a tutta velocità nel blues sporco e distorto che negli ultimi anni molte band si sono impegnate a rivisitare. I Cut ne offrono una versione anfetaminica e rumorosa, non dissimile da certi One Dimensional Man. Canzoni furiose, stop & go, schitarrate d’antan degne dei migliori Gun Club (gruppo il cui leader, Jeffrey Lee Pierce, è omaggiato in “Nightride”) e atmosfere malate da locale messo a ferro e fuoco, questa la miscela al vetriolo dei Cut, che sopperiscono ad una scrittura non certo originale – ne tantomeno coraggiosa – con una buona dose di divertimento e distorsioni a velocità incontrollata. Il fatto che la band sia esaltata più per i suoi concerti che per i suoi dischi la dice lunga sull’attitudine di questo power-trio senza basso. In attesa di vederli sui palchi italiani però, “A Different Beat” è antipasto tutto sommato assai gradito: fa muovere il piede e come disco da macchina può appassionare anche chi solitamente se ne frega del rock. Una cosa però è certa, in Italia pochi suonano rock’n’roll in una maniera così sentita e di pancia come i Cut. Non è poco, considerando che si tratta di un disco ben superiore di certe copie/carbone senza personalità che si accontentano dei 6 politico. It’s only rock’n’roll, no?

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