TEST ICICLES, For Screening Purpose Only (Domino / Self, 2006)

Inizia con “Your Biggest Mistake” e mi ricorda gli Ikara Colt. Tiro alla Wire, un po’ di delirio gratuito e inusitata violenza art-punk. Stai a vedere che ‘sta volta… E invece no, si continua sul canovaccio del p-funk vagamente hardcore, ma si tenta di renderlo più bastardo e contaminato. Si prova a farlo deragliare su intrecci rumoristi che fan tanto Pop Group, si cerca il colpo da “pezzo di merda” alla Refused – vale a dire rendere il tutto un unicum di urla, slogan, rumore non necessario e violenza sonora dissennata… vedi Melt Banana – si tenta la furibonda scarica adrenalinica da tribale no-wave-no-future-no-what-the-fuck dei Liars (“Pull the Lever”).

Ma alla fine non si scappa. Mettere dentro una lavatrice i suoni più selvaggi degli ultimi 35 anni di musica rock non è servito ai Test Icicles per congegnare un esordio degno di nota. E sì che quando si “limitano” a raccogliere l’eredità di Colin Newman non sono nemmeno male: sezione ritmica quadrata e assolutamente rigorosa, chitarre acide e taglienti. Ma in sostanza, sbavature quali “Boa VS Python” riportano il tutto su un livello abbastanza deludente. Pretenziosità artistica e volontà di essere diversi quando non c’è niente che la confermi. Urlacci e balli anfetaminici, distorsioni perenni ed elettronica grezza non bastano per saltare fuori dal marasma degli emuli di “ogni cosa”. Per ballare ad una festa di gente “hip” va anche bene, ma quella sensazione di mal di testa continuo non è certamente un buon segno. E sì che spuntava anche coi Refused… ma lì ti pigliavano a pugni nello stomaco, qui si limitano a farti capire che lo vorrebbero fare.

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