STOOP, “Freeze Frames” (Bugbite Records, 2011)

Se non conoscessimo il percorso degli Stoop potremmo sintetizzarli, ad un ignaro lettore, definendoli “i dEUS italiani”. In realtà, avendo osservato da vicino l’evoluzione della band reggiana, diciamo che si tratta solo della fase attuale: “Freeze Frames”, comunque, suona davvero come gli ultimi dischi del gruppo belga.
E ciò è sia un complimento che una constatazione di derivazione, seppure ottima derivazione.
L’impressione è fortissima ascoltando le prime vere tracce (escludiamo dunque la “Intro”): quando in “Our Modern Assaults” arrivano gli “ah-ah-ah-ah-ao” (minutaggio: 2’18”) sembra inequivocabilmente di trovarsi di fronte a Tom Barman che canta “Favourite Game”, ed è lo stesso se si paragona il basso in “Migrations” con quello di Alan Gevaert. Ma, a voler riflettere un attimo, c’è già nel panorama italiano un gruppo che ha saputo europizzare il suono inscurendolo e giocando molto sulle melodie monocordi vocalizzate a più voci, oltre a puntare sui muri di chitarre elettriche: i Julie’s Haircut. Un’affinità elettiva che in alcuni punti è poi collegamento, dato che in “We Carry the Fire” è ospite Ulisse Tramalloni, attuale batterista dei Julie’s Haircut.
Un’evoluzione marcata, quella degli Stoop, da “Stoopid Monkeys In The House” (2008): volendo semplificare un po’, per meglio identificare le differenze, se là l’approccio era piuttosto americano, qui – appunto – gli Stoop sono tornati nella vecchia Europa. E se là puntavano di più su certa ricercatezza, qui cercano la botta, l’impatto. Senza farsi mancare delle belle ballad in punta di fioretto, come la splendida “In The Cave” impreziosita da un perfetto inserto di assolo chitarristico che si incrocia con la tromba, oppure song acustiche veloci alla Radiohead periodo “In Rainbows” (“Fever Is A Ghost”). Qualche canzone, certo, è leggermente meno a fuoco (“Trainwrecks”), ma è poca cosa.
Gli Stoop sono pronti ad invaderci gli stereo con il loro rock decadente che materializza fantasmi dalle vite dissolute, vecchi amori persi nella pioggia, noie incazzose e rumorose.
Un’assoluta rarità, dalle nostre parti italiche, ma questo si era già capito.

71/100

(Paolo Bardelli)

Collegamenti su Kalporz:
SpecialiA gennaio il nuovo album degli Stoop (22.12.2010)
Stoop – Stoopid Monkeys In The House
Stoop – Concerto a Live in Kalporz! – Calamita (RE)

24 febbraio 2011

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