MERCI MISS MONROE, Merci Miss Monroe (Ghost Records, 2004)

Se le canzoni dei Merci Miss Monroe fossero tutte deliziose come “Damndamndamn” non si potrebbe fare a meno di innamorarsene. Perché la traccia numero due di questo loro disco omonimo è un incanto che sta giusto in bilico tra le melodie acustiche dei R.E.M. o di certi brani dei Travis e le trame elettriche di Pavement e Sebadoh.

Purtroppo non è tutto della stessa fattura, né sarebbe giusto aspettarselo dall’esordio del gruppo di Varese. In ogni caso le undici canzoni composte dai Mercy Miss Monroe dimostrano un buon talento nella scrittura delle canzoni, in grado di costruire brani che guardano all’America marginale di Sebadoh e Guided By Voices da una prospettiva più meditata e, forse, malinconica. Un po’ guardando all’Inghilterra di Travis e Smiths, un po’ prendendo ispirazione da Yuppie Flu.

Ecco allora che “Glued” si fa largo tra accordi lievi fino all’esplosione del ritornello, mentre “d” gioca quasi a nascondere la propria presa melodica. I problemi affiorano quando il gruppo non riesce a raggiungere un risultato personale, come per la melodia un po’ troppo risaputa di “So Goofy”, oppure quando dimostra di dover ancora aggiustare il tiro in fase compositiva, come in “Gentlemen Prefer Blondes” e “August 49” che suonano sfilacciate e senza sbocchi. Anche se è vero che ci pensa l’adrenalina di “Play With Fire” a spezzare la noia, qualche perplessità resta.

Per spazzare i dubbi meglio ancora il divertito omaggio ai Beach Boys, o forse agli Elf Power, di “Around”, che gioca con un ritmo serrato e una melodia piena zeppa di colori. In tutto una manciata di brani che lasciano ben sperare per il futuro. E poi quei tre minuti di “Damndamndamn” che lasciano il segno.

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