ALISON GOLDFRAPP, “The Love Invention” (Skint/BMG,2023)

Alison Goldfrapp “debutta” da solista. Dopo un percorso quasi ventennale al fianco di Will Gregory, la cinquantasettenne cantante londinese ha realizzato quello che definisce “my tribute to the dance floor“. Che è in sostanza gettarsi nelle mani dei produttori più in voga nell’elettronica (Richard X, Claptone, Special Request…) e produrre con loro un “Confessions On A Dance Floor” di Madonna diciotto anni dopo. “The Love Invention” ha immediatamente esordito al #6 della chart inglese, tuttavia è scarso nei contenuti più che nella veste, dato che il singolo di lancio “So Hard So Hot” resta un omaggio alla migliore house di Chicago (“Do you know how the stars were made / Yeah you know how to radiate”) e la terza traccia in scaletta “Digging Deeper Now” unisce ambient e dubstep in un brano gradevole e all’altezza del passato.

“I wanted to do something that had that very clubby, acid-y feeling to it. But I wanted lightness to come out of the chorus – there’s tension there, as well as euphoric freedom.” “Gatto Gelato”, a parte l’orribile titolo, rivela queste intenzioni nel suo mix di Donna Summer e Happy Mondays, ma c’è poco altro da segnalare per un artista che con i Goldfrapp aveva raggiunto i vertici delle classifiche con album multi-platino, fatto da headliner a Glastonbury e vinto un Ivor Novello per “Strict Machine”. Ricordo un’esibizione all’Unipol Arena di Bologna prima dei Coldplay era “X&Y” nel 2005 dove mi erano piaciuti più dei medesimi. Senza dimenticare un talento e una versatilità che metteva agli antipodi dischi come “Supernature” e “Tales Of Us” (l’ultimo loro grande lavoro).

Lo slancio verso un percorso da solista è avvenuto nel 2021, quando Alison Goldfrapp è stata contattata dai Röyksopp per collaborare in “Profound Mysteries”. C’erano insomma aspettative giustificate che invece brani come “Love Invention” e “Hotel (Suite 23)” finiscono per deludere. Un sei di incoraggiamento dunque, ascoltando l’ipnotica – e finalmente moderna – chiusura “SloFlo”.

61/100