Beck, un folletto bianco all’esordio al Primavera Sound

Beck, Pull&Bear Stage, Primavera Sound, Barcellona, 3 Giugno 2022

Suona incredibile che l’edizione 2022 del Primavera Sound rappresenti anche il debutto di Beck. L’artista losangelino si sarebbe così rifatto del tempo perduto esibendosi in tre occasioni: nel main stage Pull&Bear venerdì 3 Giugno, in centro città al Razzmatazz domenica 5 Giugno (dove era facilmente pronosticabile un’attesa chilometrica) e al Nos di Porto il successivo venerdì 10 Giugno.

In una giornata che ha visto anche altri esordi, dai Fontaines D.C. alle Wet Leg, e il succedersi nei palchi principali di Caribou e The National, Beck ha infiammato l’oceano di gente sotto di lui con un set mozzafiato percorrendo le tappe fondamentali della sua carriera. Nelle quasi due ore a sua disposizione ci ha guidato tra i vagiti lo-fi di “One Foot In The Grave” e il funk-pop degli estratti di “Colors” (2018), disco insieme a “Guero” e “Odelay” (yum!) tra i più saccheggiati del repertorio.

Elegantissimo in completo e cappello bianco, lo seguo vicino a ragazzi di Roma ugualmente eccitati ma fortunatamente poco chiacchieroni durante le canzoni – una cosa non scontata se ci si trova ad una certa distanza dal palco. “Devil’s Haircut” scatena il ballo mentre in “Hell Yes” chiede l’aiuto vocale delle prime file; un pò di scat hip-hop con “Nicotine & Gravy” e una rumorosa “Hotwax”, da parecchio tempo assente nei suoi concerti come lo era il pastiche rock’n’roll “Diamond Bollocks”, unico pezzo eseguito da “Mutations”. Finora un Beck mattatore: danzante e a suo agio.

“Lost Cause” da “Sea Change” viene innalzata di un tono acquistando un sapore à la Harry Nillson, laddove in “Missing” e “Night Running” – insieme “The Valley Of The Pagans” uno dei pezzi in collaborazione delle scaletta, questa originalmente con i Cage The Elephant – si rallentano i tempi tra dub e world music. Tanto immancabili le hit “Girl” e “Jack-Ass” quanto sono da brividi le rese acustiche in un silenzio inedito a Barcellona di “Morning” e “Everybody’s Gotta Learn Sometime”, registrata nel 2004 per la soundtrack di “Eternal Sunshine Of The Spotless Mind”.

Un rapporto ultraventennale mi lega a Beck Hansen. Sono passato dalla dimensione indie del “Frequenze Disturbate” di Urbino dell’agosto 2003, dove l’avevo trovato rabbioso perchè fresco di separazione da Leigh Limon allo show elettro/pop/rock a trecentosessanta gradi del Primavera Sound 2022 vissuto in una certa gazzoia. Quella volta erano “Sexx Laws” e “Tropicalia” a issare la bandiera del pop, oggi magari spopolano “Wow” e “E Pro” e tuttavia il nostro non rinuncia ad emozionare con le sue poesie folk e gli inni garage-slacker-rap-blues come “Where It’s At”, che chiude nell’apoteosi totale il suo debutto (da headliner) al Primavera Sound.

La scaletta di Beck al Pull&Bear Stage:

Hyperlife / Movie Theme
Mixed Bizness
Devils Haircut
Dreams
Up All Night
Colors [Transition]
Diamond Bollocks [first time since 2012]
The New Pollution
The Valley of the Pagans [The Gorillaz cover]
Wizard [Transition]
Wow
Hollywood Freaks
Hell Yes
Qué Onda Guero
Nicotine & Gravy [first time since 2018]
Girl
Hotwax [first time since 2014]
Dear Life
Morning [first time since 2015]
Stratosphere [Live Debut]
Debra
Chemtrails [first time since 2018]
Jack-Ass
Lost Cause
Missing [first time since 2009]
Earthquake Weather [first time since 2018]
Night Running Cover [Cage The Elephant cover]
Go It Alone
Everybody’s Got to Learn Sometime [The Korgis cover, solo acoustic]
E-Pro
Loser
One Foot in the Grave [not on printed setlist]
Where It’s At

Foto in Home di Xavi Torrent