[Coverworld] Cat Power va a braccetto con Ryan Gosling

Ryan Gosling aveva un progetto fighissimo – i Dead Man’s Bones – che partorì un solo album nel 2009. Al tempo Gosling non era così conosciuto come ora come attore perché non aveva ancora interpretato “Drive” (2011) e “Come un tuono” (2012) ma noi di Kalporz lo seguivamo già e abbiamo dedicato ai Dead Man’s Bones un caspiterina. Avevamo definito il genere del duo (c’era anche l’attore teatrale Zach Shields) come un goth-folk che mischia Cramps e Arcade Fire”una roba che partiva dalle paure fanciullesche tipo “uomo nero” ma lo faceva in maniera in fondo giocosa, grazie all’apporto delle voci bianche del Silverlake Conservatory Children’s Choir di Los Angeles.

Nel suo ultimo album “Covers”, in uscita il 14 gennaio 2022, Cat Power ha ripreso una canzone dei Dead Man’s Bones, “Pa Pa Power”, e lo ha fatto asciugandola al massimo, svestendola di qualsiasi gioia o leggerezza come se fossero gli Interpol ad interpretarla.

Più che nella versione originale, infatti, la spensieratezza macabra della “Pa Pa Power” dei Dead Man’s Bones la si ritrova in questa versione dal vivo, guardatela, è superlativa nella sua semplicità.

Sulla decisione di registrare “Pa Pa Power”, la Marshall ha dichiarato: “Ho iniziato a suonarla come solista nel 2012 (originariamente in maniera più dissonante e trance), quando erano in corso le proteste di Occupy Wall Street. Occupy stava facendo le barricate e aiutava i cittadini ad avere voce in capitolo nel loro governo locale. Ha fatto un sacco di cose buone, ma i media americani hanno ucciso il movimento. Mi sembrava che questa canzone fosse relativa a questo. I media americani hanno sempre penalizzato qualsiasi tipo di progresso sociale e sono sempre i primi ad esprimere una retorica conservatrice contro qualcosa che è benefico per la nazione. Aprivo con questa canzone nel tour in Cina del 2013. ‘Bruciate le strade, bruciate le macchine'”

“Burn the streets, burn the cars”

L’album di Chan Marshall è fatto solo di cover, ma questa è quella che mi ha colpito maggiormente. Per il resto troviamo – tra le altre – “I’ll Be Seeing You”, canzone amata dalla nonna nella versione di Billie Holiday, “Endless Sea” di Iggy Pop, “Here Comes a Regular dei Replacements”, nonché a sorpresa “A Pair of Brown Eyes” dei Pogues e “Bad Religion” di Frank Ocean.

Cat Power è la terza volta che si approccia ad album di cover, ma lo fa sempre facendo rientrare quelle songs nella sua artisticità apatica e dolorosa. E se anche se ora che è diventata mamma (nel 2015) ha cambiato la sua “Hate” in “Unhate”, “Covers” la conferma come un’artista indomita che sembra sempre dover fare i conti con i propri fantasmi.

(Paolo Bardelli)

Photo credit: Mario Sorrenti
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