CAT POWER, “Covers” (Domino, 2022)

Chan Marshall si lascia alle spalle una decade piuttosto intensa tra angioedema, maternità e televisione, pubblicando la sua terza raccolta di cover per la nuova etichetta Domino. Dodici brani mozzafiato e totalmente fatti suoi: del resto di “Sea Of Love” da “The Covers Record” del 2000 – finita poi su “Juno” – ci ricordiamo la sua versione più che l’originale di Phil Phillips, ma questo è dovuto all’intensità della performance unita a un desiderio di spogliare le canzoni di orpelli e sovraincisioni che avvicina anche questo “Covers” a una esibizione dal vivo. Cat Power sceglie di cimentarsi con gioielli di Iggy Pop, Pogues, o Lana Del Rey, mettendo in campo un repertorio esaltante per lei che suona e l’ascoltatore che li conoscesse per la prima volta.

Miglior gancio alla recensione non si può avere che dall’ultimo brano in scaletta “I’ll Be Seeing You”, dove sembra davvero di vedere Billie Holiday accompagnata dal pianoforte e una chitarra come sottofondo al velluto. Ci sono poi altre grandi interpreti come Kitty Wells, stella della musica country dei primi anni cinquanta, riletta in “It Wasn’t God Who Made Honky Tonk Angels” – deliziosa la pedal steel – e la Nico di “These Days” (già nella soundtrack de “I Tenenbaum”) in una versione non lontana da “Don’t Think Twice, It’s All Right” di Bob Dylan. Fra gli artisti contemporanei troviamo oltre a Lana Del Rey con la strepitosa quanto intima “White Mustang” il buon Frank Ocean, le cui liriche di “Bad Religion” sostituivano quelle di “In Your Face” quando suonata da Cat Power dal vivo perchè meno arrabbiate e quindi catartiche: una perla ad apertura di disco da gustare in loop.

“Pa Pa Power” e “Endless Sea” mostrano il lato più accattivante e indie-rock della raccolta, mentre “A Pair Of Brown Eyes” è eseguita in completa solitudine tra Mellotron e voci che si rincorrono inventando un gospel moderno. “I Had A Dream Joe” vive della stessa tensione palpitante di quel Nick Cave epoca “Henry’s Dream” divenuto negli anni un buon amico; “Unhate” regala invece groove e freschezza nu-soul a un blues asciutto estratto da “The Greatest” di…Cat Power. Che tra l’altro ha subìto, giusto pochi mesi fa, la prima cover a opera di Dave Gahan e i Soulsavers: “Metal Heart”, ballad slowcore registrata con i Dirty Three per “Moon Pix”, viene trasformata nel loro “Imposter” un inno da stadio! Lei ha tuttavia apprezzato il gesto di stima di un idolo di gioventù.

Un ultima battuta la spendo su “Here Comes A Regular”, una delle mie canzoni preferite in assoluto: da loser del titolo di Paul Westerberg, Chan Marshall aveva speso l’ultima moneta in tasca per suonarla al jukebox, cameriera ventenne a New York in procinto di realizzare le sue prime incisioni. In fondo lo ha sempre detto, che le canzoni sono come incantesimi: appartengono a chi le ascolta.

78/100