BIGLIA, un’intervista al Locomotiv Club tra presente e futuro


Se ci sono dei locali che su queste pagine non hanno bisogno di presentazioni, senz’altro il Locomotiv Club di Bologna è uno di questi. Quando, nel 2007, l’ex bocciofila del Parco del Dopolavoro Ferroviario di Bolognina, storico epicentro della Bologna popolare, si è trasformata in quello che sarebbe diventato uno dei club più stimati e apprezzati d’Italia, noi di Kalporz eravamo già attivi da qualche anno.
Da quel momento in poi è diventata una frequentazione più che assidua. Basta sfogliare tra i report di Kalporz alla parola chiave Locomotiv per farsi un’idea di come i nostri gusti e quelli del Locomotiv siano legati a doppio filo, non solo per motivi geografici. Per fare qualche nome, St. Vincent, Deerhunter, Pan Sonic, Liars, Notwist, Lali Puna, Fuck Buttons, !!!, Built To Spill, Caribou, Swans, The Germs, i Suicide fino all’ultimo live pre-Covid dei Big Thief che, non è un caso, è anche il nostro ultimo live report pubblicato prima di entrare nella lunga e complessa era pandemica.

Una delle risposte della Regione Emilia-Romagna è stata il progetto BIGLIA – palchi in pista, un nuovo circuito dedicato alla musica dal vivo finanziato con 50mila euro nel 2021 e altri 50mila euro nel 2022 che mette in rete il Locomotiv insieme ad altri tre live club (l’Off di Modena, il Circolo Arci Kessel di Cavriago, in provincia di Reggio Emilia e il Bronson), con due teatri del Circuito Regionale Multidisciplinare di ATER Fondazione, il Teatro Comunale “Laura Betti” di Casalecchio e il Salone Snaporaz di Cattolica.
BIGLIA mette in comune gli strumenti di questi partner nati da anni di esperienze nei territori, oltre a condividere anche gli spazi inediti, per sviluppare nuovi progetti legati alla musica dal vivo, diversificando le proposte e intensificando la progettualità. Nasce sicuramente anche dall’insoddisfazione nell’aver indagato altre forme di fruizione musicale, forme che comunque non hanno restituito la dimensione live.
Dopo aver portato nei club partner ON (Riccardo Sinigallia, Adriano Viterbini e Ice One) e la sonorizzazione degli Ovo del film del 1911 “Inferno”, BIGLIA continua in questi giorni con un tour speciale di due talenti della scena indipendente italiana insieme per l’occasione: Emma Nolde & Generic Animal, i quali chiuderanno questo mini-tour emiliano proprio al Locomotiv Club, domenica 7 novembre dopo le date al Circolo Kessel di giovedì 4 novembre, al Bronson di Ravenna venerdì 5 novembre e all’OFF di Modena, sabato 6 novembre.


Di questo e molto altro abbiamo parlato con Giovanni Gandolfi, che gestisce il Locomotiv insieme a Gabriele Ciampichetti e Michele Giuliani.
Si parla tanto di ripartenza e rigenerazioni e a livello italiano, almeno vista dall’esterno, il Locomotiv è parsa una delle realtà che anche nei mesi estivi si è mossa con successo per “salvare il salvabile”. Che estate è stata? Un bilancio.
In realtà per noi è stata la seconda estate di ripartenza, per cui già fare due ripartenze sottintende che ci si era fermati di nuovo. Se l’estate 2020 è stata emergenziale e a suo modo eroica specie per noi che abbiamo iniziato per primi, quella 2021, dopo tante belle parole spese durante i lockdown e aspettative di cambiamento, in realtà ha banalmente esacerbato l’asprezza della legge della savana. Agenzie di booking che vogliono mangiare i promoter e i locali, oltre che mangiarsi fra di loro, locali e promoter che si contendono i pochi contenuti che hanno una sostenibilità meramente per superare l’inverno e quindi senza una reale direzione artistica, artisti che predicano bene ma razzolano male non rendendosi conto della necessità di ripensare tutto. In questo senso l’esperienza di Biglia – palchi in pista, crediamo sia una mosca bianca nel panorama nazionale, e ne siamo particolarmente orgogliosi perché è diventata realtà e non parole al vento.
Una domanda che può sembrare delicata, ma senz’altro aiuta a fornire un quadro più nitido all’opinione pubblica e agli appassionati. In che modo siete stati sostenuti – senza entrare ovviamente nelle cifre – a livello comunale, regionale e nazionale?
Siamo stati sostenuti a livello comunale (meno dell’anno precedente) e con la Regione abbiamo alcune progettualità in essere, ma la vera novità è il nuovo circuito musicale regionale Biglia nato dal rapporto con Ater Fondazione, ulteriore conferma per l’Emilia-Romagna come regione più sensibile alla musica partendo dalle fondamenta e dalle relazioni. Dal nazionale abbiamo ricevuto qualcosa ma sempre in misura insufficiente e con tempistiche pachidermiche, pagando il fatto che i live club non sono riconosciuti come entità giuridica ed anche a livello comunicativo (anomalia in negativo rispetto al resto delle nazioni europee, e non solo).

Finita l’emergenza, quali strumenti considerate efficaci e produttivi per rendere sostenibili i live club? Pensi che la pandemia tra le pochissime cose buone sia destinata a incentivare – finalmente – collaborazioni tra diverse realtà, in un contesto come quello italiano dove, vuoi per un mercato più piccolo rispetto all’estero, vuoi per mancanza di sostegni strutturali, spesso sono mancate logiche collaborative di questo tipo?
Gli stessi strumenti che consideravamo efficaci prima della pandemia, su nessuno dei quali è stata trovata una soluzione nonostante il tempo a disposizione per metterli in atto non sia mancato. Tra l’altro sono strumenti che non richiedono economie particolari, o soldi a pioggia, ma servono a creare condizioni affinché le attività culturali abbiano davvero una situazione fertile e semplificata nel lungo periodo. Uniformare aliquota IVA sui biglietti dello spettacolo, uniformare aliquota IVA sui prodotti culturali, uniformare capienza spettacolo, liberalizzazione della tutela dei diritti d’autore, abolizione imposta ISI (Imposta sugli Intrattenimenti) sono misure di vitale importanza per poter veramente ripartire.
Da chi è nata l’idea di BIGLIA? Come siete entrati in contatto? Com’è nata l’idea di coinvolgere Emma Nolde e Generic Animal?
Per quanto ci riguarda abbiamo sempre trovato orecchie aperte e sensibili in Patrizio Cenacchi, responsabile musica per Ater fondazione, con cui si parla di lavoro ma anche dei massimi sistemi (specie in periodo pandemico) senza eccessi di formalità. La creazione di un circuito di club (Bronson di Ravenna, al Kessel di Cavriago e l’OFF di Modena) e spazi teatrali (Teatro Laura Betti di Casalecchio e Salone Snaporaz di Cattolica) è sembrata subito una bella idea, avendo la fortuna di trovarsi in una regione ricca di competenze e realtà di questo tipo e non avendo bisogno di troppe riunioni remote, visto che la stima e l’amicizia tra i nostri club erano già pre-esistenti in quanto colleghi ma anche banalmente frequentatori di eventi altrui di spessore. L’urgenza di far corrispondere all’idea di circuito dei contenuti che fossero inediti, speciali e di qualità non legata ad alcun algoritmo non ha richiesto molte discussioni, eravamo tutti d’accordo da subito. In questo senso Emma Nolde e Generic Animal avevano già una connessione artistica e umana tra loro che abbiamo semplicemente reso operativa grazie alla collaborazione con Locusta booking e Tempesta. A dire il vero tutti gli artisti e le agenzie con cui siamo in contatto sono entusiaste del progetto e vedono la nostra regione come l’avanguardia per uno sviluppo equo e sostenibile della creatività.

Il valore quasi ideale degli spazi è al centro della mission di Biglia. Negli ultimi quindici anni Bologna ha visto perdere molti spazi e altri nascerne, se pur in chiave più istituzionale e legata a logiche etichettata come gentrificanti. Com’è cambiata la vostra relazione e il vostro ruolo come soggetti culturali all’interno della città di Bologna dalla nascita del Locomotiv a oggi? Uno spazio inedito non utilizzato dove vi piacerebbe organizzare un live o un festival a Bologna.
Siamo sicuramente molto cresciuti a livello di riconoscibilità da quando abbiamo aperto i battenti. Il nostro curriculum e lo status raggiunto fortunatamente ci consentono di interloquire con le istituzioni in maniera continuativa.

Ci avviciniamo ai primi quindici anni di Locomotiv che coincideranno all’anno – si spera – del ritorno alla normalità. State già pensando a come celebrare?
Un nome e solo un nome impossibile che vi piacerebbe riportare a Bologna per questo anniversario speciale.
Al momento stiamo pensando a come arrivarci ai 15 anni più che a come celebrarli, quindi se dovesse essere la celebrazione di una fine riporteremmo volentieri i Suicide resuscitando Alan Vega. Se viceversa dovesse essere la celebrazione di una continuazione basterebbe uno dei tanti nomi che hanno suonato da noi da perfetti sconosciuti per poi spiccare il volo, purchè siano disposti realmente a riconoscere il ruolo svolto dai club e dagli spazi della dimensione di quelli del circuito Biglia.

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