La Top 7 della settimana (#49, 2020)

No, io dico che Mariah Carey, non deve temere più di tanto. Quest’anno va un po’ così ma il Natale arriva. Arriva in un formato anomalo ma in qualche modo lo si celebrerà lo stesso. Anzi, la grande suspense  sembra far giocare tutti d’anticipo, tra Amazon, addobbi novembrini e esercizi di pasticceria. Per dire, l’altro giorno girando nell’internet ho sentito tre cover (nuovissime) di “Last Christmas”. Quindi no, non ci siamo dimenticati di Mariah, Bublé e tutto il resto. Certo, se il Natale tradizionale avvicina (tra virgolette, eh), quello anomalo è certamente più divisivo. Escono allo scoperto i Grinch così come le “cinture nere di Natale” (cit.). C’è chi refresha le news sui DPCM come neanche io con nba.com la notte del Draft. E poi però c’è anche chi considera le festività senza parenti come l’autentico risarcimento dopo tanto disagio. Qui sotto ho messo un po’ di cose che a loro modo sono attinenti a questi vissuti ambivalenti. Mi preme però ricordare che se il Natale è magico lo è anche poter dire di aver sfangato una pandemia.

7. Muzz + Arthur Russell

Da un Ep di cover di prossima pubblicazione (intitolato proprio “Covers”), il progetto di Paul Banks va anche dalle parti dell’enorme, eterno Arthur Russell. Ecco, qui il termine mistico può non essere usato a sproposito. Bob Dylan, Tracy Chapman e i Mazzy Star sono gli altri coverizzati di questo Ep.

6. Babe Rainbow dopo (o durante) le tempeste

“Zeitgeist” è una carezza, una riappacificazione col mondo, direi molto Hot Chip flavoured. Nel video ci sono immagini di galli, la natura selvaggia, un po’ di surf e gli australiani con tutti i loro capelli dorati. Gran bella canzone.

5. Allo stadio a vedere (giocare) gli Strokes

Ecco, dopo diversi mesi, il video di “The Adults Are Talking”. Da un album (“The New Abnormal”) che per i più non occuperà uno slot tra i memorabili dell’anno. Ma il 2020 era quell’anno in cui anche i titoli “minori” si facevano ascoltare benino.

4. Ariel Pink’s Archives

Dagli archivi di Rosenberg, sù in soffitta, vicino alle palline di vetro della nonna e alla statuina del bue. È sempre un piacere, inutile dire. Esce a gennaio un nuovo ciclo di ristampe e raccolte. “Sit’n’Spin”, che conterrà questa “Short Man’s Syndrome” ha una tracklist piena di perline.

3. “Rollover Hangover”

Rocco Fusco e Tiberio Carcano (Rollover Djs) sono gli agitatori funk-soul-balearici (e altro) delle serate Rollover e di un marchio che ha una credibilità ben oltre i confini milanesi. Poi, personalmente, ho rimediato per anni alla tristezza attraverso  le gag  di Rocco Fusco e Carlo Pastore nella rubrica “Rollover Pastore”. Non vedevo l’ora che fosse Domenica sera, pensa. “Tequila Sunrise” è nell’Ep “Power To The People”.

2. Il 2020 di Moses Sumney

Ai Soul Train Awards, Moses Sumney regala un’interpretazione (“Bless Me”) intensa, intima, come suo solito. Uno degli artisti dell’anno, emblematico dei tempi che viviamo per come cattura e restituisce l’essenza delle cose in mezzo alle difficoltà come nel pieno della luce.

1. L’anti-natale di U.S. Girls

Non poteva mancare Meghan Remy in questa raccolta. Ne abbiamo scritto qui e il suo tono ironico, caustico, diretto eppure dolce è il modo migliore per esprimere lo stato di smarrimento che è abbastanza diffuso. Proteggere, proteggersi, cercarsi e isolarsi non sono mai stati termini così sovrapponibili come adesso.