Alla scoperta di Mykyta Tortora, la top 7 delle sue ispirazioni

Mykyta Tortora ha il dono innato di confezionare emozioni.
Le sue canzoni vibrano come le corde della chitarra che abilmente addomestica aprendo immaginari sonori nitidi, ma sognanti.
Struggenti estratti di anima a cavallo tra dream folk, shoegaze e Midwest emo.

Ventiduenne, già attivo in una band post-punk (7mondays), si presenta con un lavoro solista molto intimo, registrato in maniera semplice, quasi “spartana”, con pochi strumenti in uno scantinato dal quale sono stati sfruttati al massimo i riverberi naturali.I brani sono malinconiche tracce di chitarra acustica che riportano alla scena del più genuino Midwest emo, contornate da riverberi abbondanti, chitarre elettriche limpide, brillanti e suoni psichedelici che richiamano l’attenzione di appassionati di post-rock e shoegaze. Il tutto accompagnato da melodie vocali nostalgiche, leggere e talvolta spensierate.

Entriamo nel cuore di questo progetto dal respiro molto internazionale e americano, attraverso le sette ispirazioni di Mykyta Tortora che si appresta a pubblicare l’EP omonimo, il 16 ottobre, distribuito da Costello’s / Artist First, dopo il promettente singolo “If There Were”.

1. Sorority Noise, “First Letter From st. Sean”

I Sorority Noise vengono amati da tutti coloro che son cresciuti con lo spirito punk, ma che spesso hanno asciugato le loro lacrime di fronte a un bel pezzo di cantautorato.

2. The Great Albatross – Roots

La scoperta dei The Great Albatross mi ha svegliato quando avevo 16 anni. Prima del loro arrivo ero solito fare casino con distorsioni massicce e scadenti su ogni brano che provavo a comporre.
Il loro metodo di scrittura mi ha avvicinato alla musica folk e mi ci ha fatto incuriosire.
Ammetto di essere stato ispirato anche a loro in questo ep, visto la semplicità e l’intimità che cercavo. E loro sono stati un ottimo punto di riferimento.

3. Pianos Become The teeth, “Late Lives”
Quando cresci col post hardcore più grezzo e genuino, ti ritrovi ad apprezzare anche le melodie più angoscianti e i riverberi del post rock.

4. The World Is a Beautiful Place & I Am No Longer Afraid to Die, “Gig Life”
Gruppo che mi ispira da anni con il suo emo genuino unito al post rock.
Devo a loro la decisione di aver dato sempre nomi brevi alle band dove ho suonato.

5. Foxing, “Night Channels”
Il gruppo che mi ha fatto capire che nella vita per essere soddisfatti basta comprarsi delay e riverbero.

6. Dikembe, “Hood Rath Messiah”
Alle superiori ho capito che l’emo revival, una volta entrato nella mia vita, non se ne sarebbe più andato.
Da quel momento ogni mia chitarra è settata per ottenere le sonorità di questa corrente musicale.

7. Into It Over It, “53% Accurate”
Dopo le superiori e qualche anno di lavoretti scadenti e università ho notato che le loro chitarre folk contornate dal midwest emo hanno formato completamente il mio metodo compositivo. Ma non solo. Anche il modo di pensare e commuovermi.
Gli Into It Over It non sono un gruppo che ami solo in un momento dell’adolescenza. Sono quel gruppo che accompagna ancora le tue giornate dopo anni e anni.
Quando diventi adulto apprezzi e noti ancora di più quanto siano significativi i loro testi e il loro modo di suonare.
Non ti imbarazzi mai nel sentire una canzone degli Into It Over It che ascoltavi nel pieno dell’adolescenza.
Gli Into It Over It hanno gettato le basi per molti artisti amanti e devoti alla scena emo