Testaintasca, le 7 ispirazioni di “Fantasia”

I fratelli Fabio e Giorgio Conte sono tornati come Testaintasca con il nuovo album “Fantasia” uscito su 42 Records, anticipato dai singoli e video “Siamo A Pezzi”, “Fottuto Dall’Amore” e “Fulvio”.

In equilibrio tra il pop d’autore e la malinconia, le 11 tracce di “Fantasia” sono diapositive che fanno i conti con la vita di tutti i giorni, crescere e fare figli ma anche continuare a fare musica. Sono tempi difficilissimi, ma in Italia la musica d’autore resiste. Basta andarsela a cercare.

Abbiamo chiesto ai fratelli Conte di raccontarci a modo loro le 7 ispirazioni di questo “Fantasia”. Ecco come hanno risposto al nostro invito.

Partiamo dal presupposto che “Fantasia” è un concept album nella scrittura e nell’arrangiamento, i cui contenuti ruotano intorno a due o forse tre argomenti per i quali non basterebbero altri 7 dischi ma almeno per ora, ci limitiamo a questo…

1. Il Cambiamento

Tra quei due tre argomenti va citato sicuramente il più importante, che include gli altri in qualche modo, il Cambiamento. L’aver preso coscienza del fatto che ci si trovava in un momento della vita in cui fare un passo indietro era impossibile è stato di forte ispirazione. È presente in ogni canzone. Uccidere le proprie convinzioni è un lavoro stimolante e importante da fare, niente è peggio di un uomo convinto. Dire “ ti giuro che cambierò pur rimanendo me stesso” per noi sta a significate riconoscere il bello che si ha dentro, preservarlo, per poi lavorare su quello che non va. Infatti affermare che “siam sempre quelli del 2014” si limita solo al fatto che la musica ci piace ancora tanto, troppo ma per il resto siamo persone molto diverse da allora. Per fortuna.

2. Siamo in due

Sempre figlio del cambiamento è il fatto che della formazione iniziale siamo rimasti in due. Questo ha cambiato molto il nostro approccio al progetto mettendoci nella condizione di asciugare, ragionare, ascoltarci e trovare nuove strade.

3. Non avere idee.

Nei primi giorni di registrazione il grosso è stato lasciato all’istinto, l’idea che più ci ha stimolato era quella di non avere un idea precisa di direzione da seguire. Nella musica come in ogni ambito è da giovani che ci si forma. Noi siamo cresciuti ascoltando roba vecchia e in Maledizione ne abbiamo inconsciamente dato prova. In Fantasia il discorso cambia come e giusto che sia anche per i prossimi dischi.

4. French touch

Nella fase centrale di arrangiamento passavamo ore a parlare di un suono piuttosto che un altro…realizzando nell’ascolto delle prime strutture quanto fossimo lontani dall’idea di pacchetto canzone con riferimenti chiari che prendeva intanto piede in Italia. Sempre in maniera molto naturale ci sentivamo molto vicini alla così detta french touch, da Philippe Zdar alle sonorità di tutta quella roba prodotta da metà anni 90 fino ai Phoenix. Pur ovviamente, volutamente cercando di ottenere un risultato diverso.

5. “Currents” dei Tame Impala

È sicuramente il disco che più di tutto abbiamo ascoltato nel periodo prima di concepire Fantasia.

6. Lo Strumento

Sin da sempre come musicisti oltre alle influenze prettamente musicali di ascolto siamo sempre stati molto legati allo strumento, alle sue specifiche, le condizioni, alle vibrazioni alle sensazioni e al feeling che si ha quando lo si suona. È da li che nasce il connubio con ciò che si ha dentro e prende forma una canzone. In realtà siamo sempre stati dell’idea che il bello di fare una canzone sta nel fatto che non esiste una regola. Certo ci sono gli standard segnati dalle epoche ma…perché ripetere?

7. Un Synth in prestito

Le chitarre sono sempre state il nostro pane. Da tempo ci eravamo avvicinati anche al pianoforte nella composizione. Un giorno poi Niccolò ci prestò un vecchio Roland analogico che non utilizzava più, prima ancora di avere un’idea di disco e ancor meno di produzione. È finito in quasi tutti i brani dell’album e ci ha portati verso un nuovo modo di toccare anche gli strumenti a cui siamo “abituati”. Partire dai suoni e da una vaga ma buona idea di melodia per poi arrivare a dire ciò che invece era molto chiaro in testa è stata la cosa più entusiasmante.