Alla scoperta di Badbills & Missey, ascolta in anteprima “Non ti preoccupare”

“Non ti preoccupare” è il nuovo singolo di BADBILLS & MISSEY disponibile da oggi 30 luglio su SpotifyApple Musice tutte le principali piattaforme streaming.

Classe 1995, MISSEY nasce a Foggia e nel 2018 si trasferisce a Milano alla ricerca di nuovi stimoli di crescita e di miglioramento artistico e personale. Dopo varie partecipazioni ad importanti eventi per artisti emergenti, pubblica i suoi primi due singoli “Kaldera” e “Oslo“.
BADBILLS è un progetto musicale nato dall’incontro di Andrea Schiavini e Andrea Ranzini, due DJ e produttori milanesi, nel 2014. Provenienti dalla cultura HipHop, le loro sonorità mischiano ingredienti undergound, r&b e percussioni etniche, senza trascurare peculiarità derivanti dalla musica elettronica.
Non ti preoccupare” nasce dall’incontro dell’artista foggiana con i due producer milanesi che insieme trovano subito una quadra per incastrare i loro stili in un brano che unisce ritmiche etniche ed elettroniche con il cantato di MISSEY fine e potente. Le sonorità chill ondeggiano su una produzione dalle venature world, peculiarità dei lavori firmati BADBILLS. Il mix e il master sono a cura di Icaro Tealdi.

Com’è nata la vostra collaborazione artistica?

BBS: Il tutto è nato in modo molto casuale ed al contempo spontaneo.
Durante una nostra sessione di ascolto su Spotify, ci siamo imbattuti nel profilo di Missey, il quale conteneva due tracce: Kaldera ed Oslo.
Subito siamo rimasti colpiti dalla sua bravura, dalla sua voce e dal suo stile nell’interpretare i brani e da quel momento abbiamo subito pensato di contattarla per proporle una collaborazione su una nostra strumentale.

M: Siamo davvero partiti molto in fretta, Andrea e Andrea si sono presentati rapidamente e e mi hanno fatto ascoltare questo beat che ho subito trovato molto bello, ma anche molto diverso dal mio mood, avevo bisogno di metabolizzarlo con calma per essere sicura di riuscire a restituire alla traccia un’idea che valorizzasse il lavoro di tutti e fosse anche coerente col mio modo di essere. Una sera decido di accendere il computer e giocare con le percussioni e sugli accordi del beat. Due ore dopo esportavo la demo .

BBS: A lavoro iniziato ci siamo quindi subito trovati in sintonia nel modo e metodo di lavoro: tutto è uscito naturalmente.

Con che musica siete cresciuti e quali sono i punti di riferimento della vostra proposta musicale?

M: Sono cresciuta con il Soul, il Jazz e l’R&B, ho ascoltato i grandi di questo mondo fino allo sfinimento e ne ho analizzato ogni dettaglio. I miei punti di riferimento sono diventati Ella Fitzgerald, Billie Holiday, Dionne Warwick come anche Erykah Badu, Marvin Gaye e Lauryn Hill. La mia proposta musicale è nata da queste radici e ha poi aggiunto ad esse nuovi colori che oggi mi portano ad immaginare un giorno la mia proposta musicale vicina all’immaginario di Solange, Sampha e Kimbra.

BBS: Quello che noi reputiamo uno dei nostri principali punti di forza è la contaminazione musicale: infatti sin da giovane età la musica ha ricoperto un ruolo molto rilevante.
Il nostro ascolto non si limita ad un determinato genere, ma al contrario spazia tra moltissimi generi musicali che vanno dal cantautorato classico italiano sino ad arrivare alla musica elettronica.
In età adolescente il rock è stato un genere molto presente, in particolare con gruppi come i Linkin Park, Red Hot Chili Peppers, System of a Down ecc…
In parallelo anche la musica elettronica ha sempre svolto un ruolo dominante nella nostra formazione artistica, tanto da catapultarci nel mondo dei club sin dall’inizio del nostro progetto BadBills.
Nonostante ciò, possiamo affermare che il mood predominante che ha fatto scattare la scintilla è stato senza ombra di dubbio l’HipHop; ci siamo subito appassionati ascoltando i primi lavori provenienti da oltreoceano come JayZ, Kanye West e Snoop Dogg per poi approfondirne gli studi sui vari esponenti di questa cultura come NWA, Wu Tang Clan ecc..
Il nostro suono, infatti, contiene contaminazioni varie provenienti da questi generi precedentemente elencati ed è questa la peculiarità che rende le nostre produzioni riconoscibili.

In Italia sta finalmente nascendo una scena urban che aspira a essere rilevante come in tutti i paesi del mondo. Cosa manca all’Italia per fare il passo e aspirare a funzionare anche all’estero? È ancora un problema di barriere linguistiche?

Credo che per quanto riguarda la scena urban in Italia, fino a qualche anno fa non mancassero le idee quanto piuttosto l’audacia nello sperimentare e nell’esasperare linguaggi già noti che erano percepiti come intoccabili. Negli ultimi anni leggo tanto più coraggio nel definire un progetto come “proprio”, generato da una “ricerca personale” che possa creare “ibridi” più vicini al nostro modo di sentire, piuttosto che a ciò che abbiamo già sentito. Questo è quello che ho provato io stessa nel passaggio dalla scrittura in inglese a quella in italiano; artiste come Aya Nakamura e Rosalìa dimostrano come non esistano barriere linguistiche e confini quando diamo fiducia al nostro modo di esprimerci, qualunque esso sia.

Ultimamente la crescita di questa scena urban è tangibile ed esponenziale, tanto da spodestare, in alcuni casi, giganti della musica italiana dalle classifiche.
Pensiamo che tra gli innumerevoli prodotti presentati, ci siano molte cose interessanti e degne di menzione.
Sicuramente la lingua italiana può risultare poco “esportabile” e non raggiungibile a tutti, però la cultura e la storia che porta con sé è sicuramente un punto a favore.
A nostro modesto parere all’Italia manca la giusta mentalità e la giusta “educazione all’ascolto”: il problema, più che la lingua in sé, risulta essere la mentalità che forse necessita di un’apertura maggiore verso sonorità nuove.
Andrebbe premiata maggiormente l’innovazione, la voglia di sperimentare soprattutto da parte delle nuove generazioni, esaltando “il bello” piuttosto che fossilizzarsi su sonorità arrivate da oltreoceano e sfruttate senza troppa interpretazione propria.

Un artista che vi piacerebbe avere come feat.:
M: Rispondo Madame, una delle “sonorità” più fresche dell’ultimo anno.
BadBills: Sicuramente ci sono molti artisti che prendiamo come ispirazione e con i quali collaborare sarebbe un onore, però due in particolare meritano una menzione: si tratta di Diplo e Mark Ronson.
Il primo lo riteniamo molto vicino al nostro modo di pensare e al nostro modo di fare musica; sin dai primi progetti Major Lazer portò sonorità nuove nel panorama della musica elettronica, ritmi con percussioni etniche in grado di far ballare e suscitare emozioni.
Oltre a ciò, ultimo ma non per importanza, bisogna assolutamente riconoscere la sua costanza e la sua capacità di fare Hit riconosciute a livello mondiale.
Il secondo lo ammiriamo per il suo essere MUSICISTA a tutto tondo.
La sua capacità di incrociare strumenti differenti e creare produzioni che spaziano dai suoni classici a quelli più elettronici è proverbiale ed allo stesso tempo affascinante.