[Intervista] Debutto su Elefant Records per gli americani Tennis Club


La Elefant Records, etichetta discografica spagnola indipendente, da anni dà ampio spazio a produzioni (guitar o electro) pop e spesso riesce a scovare piccole chicche. Nel 2019, solo per fare qualche nome, ha pubblicato il secondo (splendido) disco dei francesi Le SuperHomard, “Meadow Lane Park” e “Love in the Time of Shark Attacks”, ritorno degli scozzesi Attic Lights dal forte retrogusto power pop.
“Pink”, mini-LP degli americani Tennis Club in uscita il 31 maggio, va – sicuramente – a far compagnia in termini di qualità artistica alle due uscite discografiche sopracitate : la band di Missouri, dopo l’ottima cassetta omonima di surf-garage-pop del 2017, produce nove nuove canzoni genuinamente pop, suonate da una formazione essenziale – voce e chitarra (Wilson Hernandez), basso (Tehya Deardorff al posto di Justin Akin), batteria (Sean O’Dell).
Per l’occasione abbiamo scambiato due chiacchiere con Hernandez, la mente del trio :

Nel 2017 avete pubblicato la vostra prima cassetta, un disco che suona come se i Beach Boys avessero mai fatto un album lo-fi: canzoni pop surf-garage (e ritornelli killer) con un’ attitudine noise e shoegaze. Ora uscirà presto (il 31 maggio) un nuovo mini album : “Pink”. I due brani già disponibili – “Pink Sweater! Pink Shoes” e “Mexico City (Rich Girls)” – mostrano un vostro nuovo approccio : voglio dire, mi sembra che stiate andando verso nuove direzioni, il primo singolo è il “vecchio” suono alla Tennis Club; il secondo singolo è più jangle pop con cantato in spagnolo.

R : Sì, in questo album siamo andati verso un suono più pop, il nostro primo album era molto distorto e noisy mentre questo disco si è focalizzato su un suono più soft, testi più dolci e sulle armonie vocali alla maniera dei primi Beatles.

La Elefant Records, etichetta spagnola, ha deciso di pubblicare il vostro nuovo mini-LP. Com’è successo? Dal Missouri (USA) alla Spagna…

Ho cominciato ad ascoltare molta musica spagnola, mia mamma è originaria di El Salvador, così lo parlo decentemente (lo spagnolo) e ho cominciato a dare un’occhiata alle etichette spagnole quando ho trovato la Elefant, ho visto che nutrivano un forte apprezzamento per la scena indie pop e ho pensato che ci saremmo potuti rientrare alla grande, così ho inviato una prima versione di “Pink” a Luis [nda. Calvo] e per fortuna gli è piaciuta molto.

Si è soliti dire, “non giudicare un libro dalla copertina”. La copertina, il packaging di “Pink”, però, è così fantastico, in un stile “twee pop”. Mi ha ricordato quella di “Jamboree” dei Beat Happening.

Sì, concordo! L’artwork dell’album è molto “twee” e penso si adatti molto bene all’estetica del disco.
[l’artwork] È stato fatto da una mia amica Ela Hosp, semplice ma unico nel suo genere. È possibile scoprire altre sue produzioni artistiche sul suo profilo instagram.

(Monica Mazzoli)