URALI, “Ghostology” (To Lose La Track, 2019)

Nello scrivere i testi di questo suo “Ghostology”, uscito per  To Lose La Track, Malestro e General Soreness, Ivan Tonelli in arte Urali ha attinto a degli immaginari ben precisi, che lo hanno aiutato a tessere le fila di un racconto tra il fantascientifico e il fantasy nella loro versione più dark. Ghostology è una storia di fantasmi, di scienziati che si ispirano al dottor Frankenstein e di intelligenze artificiali. Proprio una di queste è la protagonista del disco e narratrice a cui Urali presta la propria voce per dispiegare la trama dei racconti di cui è composta la storia. Sono delle narrazioni grigie, cupe come la copertina scelta dall’artista per rappresentare questo disco: all’oppressione per la prigionia imposta dallo scienziato all’intelligenza artificiale si contrappone il desiderio di libertà di quest’ultima.  In “The History Of Mankind On The Palm Of My Hands” si mostra proprio questo conflitto della protagonista, divisa tra amore e odio nei confronti del suo creatore: “There’s the mark of your teeth on my synthetic skin/I’m made out of something that only you can repair[…]What kind of ancient fear did you program inside me?”

Urali con questo Ghostology prova nuove strade, soprattutto per quanto riguarda gli strumenti usati: se in “Persona” avevamo la sola chitarra che si produceva in lunghe digressioni drone, in questo disco si aggiungono percussioni e pianoforte, risultando in momenti musicali più intensi, in cui ogni spazio viene riempito da uno strumento o dalla leggera voce di Urali. Quest’ultima merita una menzione a parte proprio per come viene usata dall’artista nel disco, creando spesso e volentieri con gli strumenti già citati degli intrecci interessanti.
Ghostology è un disco intenso, ancora più del suo precedente, grazie a una narrazione quasi romanzesca e agli esperimenti musicali di Urali, naturale evoluzione dello stile musicale dell’artista.

68/100

(Matteo Bordone)