THOMAS BARTLETT & NICO MUHLY, “Peter Pears: Balinese Ceremonial Music” (Nonesuch, 2018)

Pubblicazione sorprendente su Nonesuch e non è un caso. “Balinese Ceremonial Music”è una collaborazione tra due musicisti tanto giovani quanto bravi come Thomas Bartlett (Doveman) e Nico Muhly che in questo disco si ispirano a uno dei loro principali punti di riferimento, il canadese Colin McPhee (1900-1964), cui va riconosciuto universalmente il grande merito di essere stato il primo a portare la musica di Bali e Java in occidente con delle trascrizioni di gamelan per pianoforte registrate personalmente e con il compositore Benjamin Britten e con il grande tenore inglese Sir Peter Pears (cui viene idealmente dedicata l’intera opera). Qualcuno potrebbe pensare che si tratti di un disco strettamente di quella che viene definita come “world music” e alla fine probabilmente è così, anche se un’opera come questa è il tipico esempio di come questa definizione di genere sia usata spesso in maniera impropria e con una superficialità dozzinale e vada invece riferita a una dimensione “aperta” e che guardi alla musica di ogni parte del mondo con la dovuta reverenza e attenzione e rispetto.

“Balinese Ceremonial” è un disco di musica leggera e allo stesso tempo d’avanguardia e si può considerare una specie di compromesso tra una sensibilità cantautoriale nello stile del migliore Sufjan Stevens (con cui peraltro Bartlett e Muhly hanno un rapporto di storica collaborazione), e minimalismo nello stile di Philip Glass. Un immaginario arricchito dal particolare uso delle percussioni e delle “battute” tipiche della tradizione di Bali e dai contenuti delle liriche, riprese da Bartlett da libri di testo per bambini e con sullo sfondo le vicende di Britten e McPhee e la loro relazione amorosa, costretta alla segretezza ma suggellata pubblicamente da un sodalizio artistico che qui viene giustamente riportato alla luce con composizioni inedite e la ripresa di tre pezzi storici di McPhee (“Gambangan”, “Pemoengkah” e “Taboeh Teloe”). Commovente.

83/100

(Emiliano D’Aniello)