Bi-Monthly Electronic Addictions | Jan/Feb 2018


Dopo la prima puntata, pubblicata a fine anno, ecco che ritorna la nostra rubrica di elettronica curata dai ragazzi di Knick Knack, Ludovico Esposito e Luca Palazzo.

The Transcendence Orchestra ‎– Modern Methods For Ancient Rituals [Editions Mego]
Questa è una storia che inizia cinque anni fa, quando Anthony Child aka Surgeon decise di lanciare un programma chiamato “e-tard dance party “. Focalizzato su traiettorie esotiche e alterazioni sensoriali, recitava chiaramente “If you’re expecting techno, then better look elsewhere!”. Poi quattro anni di silenzio, fino a quando non esce un’iniezione depurativa contro l’intossicazione natalizia, racchiusa in un’ora di pura psichedelia. Speravamo tanto in un ritorno a queste tonalità, tanto che, nel finale del 2017, Anthony in coppia con Daniel Bean, sotto il nome di ‘The Transcendence Orchestra’, pubblica Modern Methods For Ancient Rituals per Editions Mego. Una sintesi sviluppata in sei lunghissime tracce dove droni e minimalismo si rincorrono con un climax diretto nell’immaginario etereo celeste. Insomma, la colonna sonora ideale per chi è rimasto in bilico tra il nuovo e vecchio anno.

Richard Russel – Everything Is Recorded [XL Recordings]
Uno degli album più notiziabili del nuovo anno e già uno dei migliori del 2018: Richard Russel debutta col suo progetto ‘Everything Is Recorded’, sulla leggendaria XL Recordings, di cui è proprietario, fondata oltre venticinque anni fa e che ha rilasciato artisti come Frank Ocean, Thom Yorke, Adele e Prodigy. Il lavoro spazia fascinosamente tra soul, rap, jazz e trip-hop, e si pregia del contributo di una serie di eccellenti musicisti, veterani o membri dell’attraente universo black, tra cui Peter Gabriel, Sampha, Kamasi Washington e il figlio di Ghostface Killah. Nel disco, Russel agisce in discrezione, di sottofondo, è il battito di cuore delle tracce, in cui elettronica, voce e pianoforte brillano di luce propria pur coesistendo in armonia. E questa qualità la dice lunga sull’impressionante solidità discografica e intuito artistico per cui la sua label si è fatta conoscere. Pietra miliare, imperdibile.

Quicksails ‎– The Bright [Gang Of Ducks]
Che siano schivi quelli di Gang of Ducks ormai non vi è ombra di dubbio, come, non vi è ombra di dubbio sulla qualità di quello che propongono. E’ questa la seconda uscita di GODCUTS, accompagnata da un entusiasmante packaging. Capitanata da Ben Billington, che si avvicina a esplorazioni molto interessanti tra musica elettronica e acustica, viene impreziosita da tre remix che ne stravolgono le linee guida: Brett Nauke, in veste di trafficante di sogni, Khaki Blazer, con un altalenante footwork e, in ultimo, la versione più sporca, firmata Shit & Shine, che potete ascoltare qui:

Jay Glass Dubs & Leslie Winer – YMFEES [Bokeh Versions]
Recentemente l’emergente e brillante Bokeh Versions di Bristol ha letteralmente rivoluzionato il panorama digitale dub contemporaneo, rilasciando artisti emergenti e non accomunati da una visione ibrida e contaminata del genere dub. La prima uscita del nuovo anno, ‘YMFEES’, offre un sound psichedelico, profondo e impattante tra drone, dub e trip-hop, tanto nei brani chill che in quelli più unti. I protagonisti sono l’artista greco Jay Glass Dubs – songwriter nel progetto ‘Ku’, e producer sperimentale in ‘The Hydra’ – insieme all’americana Leslie Winer, che nel 1993 mise al mondo ‘Witch’, un album che, silenziosamente, è stato precursore del trip-hop. Il digidub non ha mai suonato così fresco a allucinogeno: ascoltate tutto il catalogo e non ve ne pentirete.

Nick Klein – Lowered Flaming Coffin [Alter]
Ed ecco ancora una volta il ritorno della bestia di Brooklyn che, con un set up da poveracci, vuole dominare l’ansia di vivere in una grande città metropolitana caratterizzata dal clima politico teso. Si parte con lo sbrilluccichio di “Burning Mattres” in cui, subito dopo, si incastrano i bleep frenetici che ricordano un blitz impellente di ‘Peña Adobe’, per poi sottrarre ulteriore ossigeno con l’acidità di ‘Smelling The Sheets’ e finire, in ultimo, risucchiati da un lungo vortice ansiogeno di “The God In Vodka”. Una danza confusa, estenuante e senza tregua in cui, la tipica maestria di Klein alza un muro difficile da abbattere, tenendo alta la tensione; insomma, pane duro per dancefloor degenerate!

Abyss X – Pleasures Of The Bull [Danse Noire]
La sempreverde – o meglio, sempre oscura – Aisha Devi presenta un nuovo capitolo della saga Danse Noire, la label avviata nel 2013 per dare sfogo alla sua (nuova) identità musicale e produrre artisti esteticamente simili. Dopo essersi fatta conoscere sotto il progetto Kate Wax, col quale ha collaborato per la Border Community di James Holden e la leggendaria Mental Groove Records rilasciando brani altalenanti tra dark ambient, ebm e tech house, la produttrice svizzera ha cambiato veste, iniziando ad indossare capi d’alta moda cuciti di musica sperimentale avanguardistica. Per la decima uscita dà il benvenuto a Abyss X, artista originaria di Creta e sempre in movimento tra Europa e USA, nota per il suo take DIY su R&B, elettronica sperimentale e jazz destrutturato. Capace di fondere l’esperienza multidisciplinare a un eccellente tecnica produttiva, Abyss X crea un sound soffocante e seducente, frenetico e risucchiante; si diletta a fondere campioni di voce, elettronica, lira e linee di chitarra prog, promuovendo una concezione di spazio e tempo totalmente soggettiva. Miglior brano: ‘H.TURT’.

The Soft Moon – Criminal [Sacred Bones Records]
Sia chiaro, qui non c’è nessuna sperimentazione ma,al massimo,mera contemplazione della creatura di Luis Vasquez che emerge dai drammi adolescenziali per manifestarsi in tutto il suo fervore. Una battaglia tra insicurezza, odio per se stessi e devianze che striscia tra sonorità EBM,synth-pop nostalgico e NIИ-clique. Un lavoro intimo e confessionale che lo stesso artista dichiara essere una remissione dei peccati fatti e subiti. Luis con il passare del tempo impara a dominare i suoi demoni tanto da riuscire a metterli in musica prendendo le distanze dalle concitazioni giovanili. Qui la nostra preferita:

Stanislav Tolkachev – Blue Mood / Absolut Limit [Intergalactic Research Institute For Sound]
Il genio ucraino Stanislav Tolkachev sguazza nelle sonorità techno sperimentali sin dai primi rave che frequentava e organizzava nella sua piccola città di origine, non lontana da Kiev. Olio detroitiano in una macchina da guerra sovietica, Tolkachev si distingue grazie a un sound ghiacciato, piacevolmente disorientante, nel quale miscela elementi sonori atonali con ambientazioni asfissianti e sempre ricche di pathos. La label berlinese Intergalactic Research Insitute For Sound, fondata lo scorso settembre 2017, ha scavato nella discografia dell’ucraino e propostogli la ristampa del classico ‘Blue Mood’, uscito nel 2008 su Aftertaste Recordings. Il brano così tanto discusso di recente, ha trovato nuova vita su vinile trasparente in 10”, accompagnato da una traccia nuova di zecca, ‘Absolut Limit’. Il disco è uscito (anche) in edizione limitata, disponibile esclusivamente sul Bandcamp della label, e contenete una fotografia in bianco e nero di Tolkachev, stampata in alta risoluzione e inserita all’interno della mutanda del disco. Come dice un caro amico, “adult techno”.

700 Bliss – Spa 700 [Halcyon Veil]
L’ultimo ep di 700 Bliss è una miscela di rap crudo sputato fuori con voce rauca tanto da scucire i beats tra spari di armi da fuoco, bassi profondi e jersey kicks. È firmato da DJ Haram e Moor Mother, la cui poetica è segnata da esperienze nelle fila militanti di Philadelphia per la rivendicazione della storia della comunità afroamericana e abusi sulle donne; questo progetto ondeggia tra ampi spazi temporali tramite la figura della nave (spaceship,slave ship), la quale, oltre ad essere un luogo, si atteggia anche da bandiera. Lasciati asfaltare dai tre minuti di Cosmic Slop, no trap here!

NHK yx Koynen – Parallel Tempo EP [-OUS]
-OUS è una label relativamente giovane, attiva tra i monti lombardi e svizzeri con la missione di offrire elettronica con contaminazioni bass, techno irregolare e experimental pop. La dodicesima uscita coinvolge il giapponese NHK yx Koynen, attivo sin dal 1997 – se non l’avete già sentito nominare, potete verificare il suo CV ascoltando i suoi lavori su Mille Plateaux, Diagonal, L.I.E.S. e Computer Club, o il recente album sulla DFA di James Murphy (LCD Soundsystem). ‘Parallel Tempo’ è un pack di cinque tracce experimental techno acidule, swinganti e attorcigliate, dall’ arrangiamento scintillante e dalle ritmiche intricate, dinamiche, di quelle che ti tengono sospeso ma vivo e vegeto; stilisticamente, il lavoro differisce dai precedenti output, abbracciando una direzione più dancefloor, ma la stoffa rimane da fuoriclasse. Un ottimo asso nella manica per i momenti più densi delle club night.