Brunori Sas, Teatro Rendano, Cosenza, 30 marzo 2017

Foto di Arturo De Rose

Preambolo: mercoledì sono entrato in una bottega di modernariato/antiquariato qui a Cosenza e, mentre il proprietario ed un cliente parlavano di numismatica, sono rimasto a piangere davanti a due quadri di Rotella. Entri in una bottega e ti ritrovi in un museo, non è che succeda tutti i giorni, peccato che l’acquirente di monete se ne esca con una sparata degna di Aldo, Giovanni e Giacomo e mi dica:”stai fissando questo collage come fosse un’opera d’arte. Mio nipote, che fa le medie, te lo fa meglio se ci si mette d’impegno”. Io asciugo le lacrime, mi giro e rispondo che sono due Rotella e il proprietario aggiunge il loro prezzo di quotazione all’asta; il signore, stizzito, dice che ormai abbiamo toccato il fondo.

Giovedì sera, ovvero ieri, ho assistito al live della Brunori Sas. Grande attesa e due giorni di sold out al teatro Rendano anche qui in città per Dario e soci per la presentazione del lavoro numero quattro “A casa tutto bene”. La scaletta premia parecchio l’ultimo album ma non trascura i classici della trilogia precedente, la serata è vicina alla perfezione, la versione di “Rosa” alla Ivan Graziani, che potrebbe scontentare i fan più sanremesi, è da applausi scroscianti e la band è in forma e non si risparmia dal primo all’ultimo minuto. Dario sta sul palco sornione ed ironico come al solito per dimostrare a quel signore che ieri sputava sui Rotella che la cultura pop magari è anche plastica, ma può e deve essere altro.

Foto di Arturo De Rose


Brunori conosce l’astratto quanto il classico, ne ha padronanza, ne può fare quel che vuole, ma sa che la materia lo domina, ne riconosce segreti e misteri, la usa con rispetto. E di colpo ciò che poteva essere, in previsione, un album ed un live duro da digerire per i fan ed il pubblico nazionalpopolare, si è trasformato, per forza e qualità dei contenuti, nel disco e nel tour più importanti dell’anno: un’opera che serviva tanto al pubblico, pronto ad immedesimarsi in quelle canzoni dove l’io narrante, che danza tra l’inquietudine e la paura, è un pugno allo stomaco, tanto anche all’ambiente musicale, a chi ha perso il coraggio di osare, a chi pensa ormai che dare sostanza ai dischi o alle proposte sia per forza un suicidio, a chi parte rassegnato perchè non si può. Con questo non voglio dire che sia sempre possibile o che sia facile la via scelta dalla Brunori Sas, anzi, penso che sia la via più ardua e che questo renda il successo di questo tour e di questo disco ancora più straordinario: Dario è Manzoni che ha vissuto abbastanza per leggere Italo Svevo, sei tu che guardi MasterChef ma poi, quando vuoi far bella figura a tavola, ti affidi ai consigli segreti di nonna.

In conclusione: come è dura la vita il venerdì mattina, quando ti senti addosso il coraggio di chi non ha paura perchè ha poco o nulla da perdere.

(Fabio Nirta)

Foto di Arturo De Rose