Marissa Nadler + Jess Williamson, Bronson, Ravenna, 20 dicembre 2016

Sono stata un po’ assente lo ammetto, perdonatemi. Cercherò di rimediare, quindi, parlandovi di questa serata, tutta al femminile, appena passata al Bronson.

Jess Williamson e Marissa Nadler hanno due personalità e due stili totalmente diversi, eppure quasi complementari. La dolcezza quasi innocente di Jess che si scontra con la sensualità dark di Marissa.

L’inizio della Williamson è timido, quasi sussurrato, così come parla al pubblico. Eppure, in punta di piedi, il suo live è piacevole, dolce, intimo. Accompagnata dal chitarrista Shane Renfro (alias RF Shannon) presenta il suo album appena uscito ‘Heart Song’, un folk delicato che fa da cornice alla sua bellissima voce. Sul finale incanta tutti con una cover di ‘Into My Arms’ di Nick Cave. Mi è piaciuta? Non si è capito? Bè vi consiglio di ascoltare il suo album, ve ne innamorerete anche voi.

Si passa quindi alla star della serata, Marissa Nadler. La cantautrice dark folk della scuderia di Sacred Bones non manca di esibire la sua sensualità. Vestito nero, aderente, scollato e guanto lungo da vamp (tolto poi al terzo pezzo, troppo scomodo per suonare) inizia così ad ammaliare il pubblico con la sua voce dura ma calda. Sarò sincera, il fatto di essere accompagnata da una backing band di tutto rispetto (qualcuno degli Earth tra gli altri) la aiuta molto, soprattutto a livello sonoro. Certo, le armonie sono potenti e la voce di Marissa la fa da padrone ma il suo live rimane statico, piatto, come se volesse arrivare a qualcosa ma non ci riuscisse. Anche lei si lancia nell’esecuzione di una cover, ‘Cortez, The Killer’ di Neil Young. Apprezzo la scelta, non scontata, del recuperare un disco come Zuma (uno dei miei dischi preferiti di Young), eppure la sua versione del mitico Cortez, what a killer, in chiave dark romance, trasporta meno della cover eseguita dalla compagna di serata. Non fraintendetemi, Marissa è brava e il suo ultimo disco ‘Strangers’, prodotto da Randall Dunn (Sunn O))), Earth) è assolutamente da ascoltare ma credo sia un’artista che, al di là di tutto, ha fatto un po’ il suo tempo.