Top 7 delle canzoni da picnic di ferragosto

Goldin_Picnic

Ci siamo quasi: attenzione che oltre ad andare a comprare la carne per la griglia, le patatine e tanta tanta birra IPA, dovete anche ricordarvi di caricare con degli mp3 adatti alla gita fuoriporta di Ferragosto il vostro aggeggio portatile collegato con l’altoparlante bluetooth.

Queste canzoni potrebbero esservi utili, così potete pensare solo alla birra.

7. She & Him, “In The Sun”

Giusta per creare l’atmosfera da “mulino bianco”, anche durante il viaggio in macchina. Può anche attivare la funzione “immaginazione”: però no, svegliatevi, non state andando a fare la gita di Ferragosto con Zooey Deschanel.

6. Fleet Foxes, “He Doesn’t Know Why”

Per la fase in cui si butta il plaid a terra e si iniziano a magnificare le bellezze del creato: gli alberi, i ruscelli e anche le operose formiche. Quando – alla fine del picnic – le formiche vi avranno pappato tutte le vostre patatine, vi sarete orticati le gambe, lo stagno di fianco si sarà manifestato incredibilmente infestato di zanzare, ecco, potrete passare dai Fleet Foxes agli Slayer.

5. Lou Reed, “New York Telephone Conversation”

So già che avete in mente il “drink sangria in the park” ma no, “Perfect Day” non va bene. E’ una questione di mood (musicale, non testuale): bellissima canzone eh, ma troppo lagnosa, troppo importante. State facendo solo una minchia di picnic, non la dichiarazione d’amore definitiva. E poi è troppo conosciuta: distrae.
Utilizzate invece “New York Telephone Conversation”: è più briosa, e ispira di fare un po’ di “gossip all of the time”, anche se non al telefono. L’atmosfera easy ne beneficerà.

4. Kurt Vile, “KV Crimes”

Se avete portato tutto da casa, forse questa song può essere saltata. Se però invece vi approcciate alla griglia, momento che vi fa sentire molto uomini e per cui magari avrete pure lo sbuzzo di mostrare il vostro petto villoso, allora questa canzone aumenterà il senso “macho” del grigliare. Però ricordate: Kurt Vile non è un estetista e non vi può aiutare con tutto quel pelo superfluo che avete davanti. La prossima volta abbiate il buon gusto di darci una sfoltitina prima, eh.

3. Kings Of Convenience, “Misread”

Vabbé, lo so, questa è telefonata (vedi alla voce video bucolico). Però mica si può essere originali sempre, no? E poi a questo punto del picnic – quando semaggna – ci vuole una canzone delicata e allegra al tempo stesso, che trasmetta la piacevolezza dello stare insieme. Fino a quando il grado alcolico è basso, possiamo procedere con questo acceleratore rallentato.

2. The Pogues, “Fiesta”

Ecco siamo giunti al momento “gavettone”, per la buona riuscita del quale può aiutare un po’ distrazione dei partecipanti del picnic. “Fiesta” attrarrà subito gli astanti, coinvolti in un ballo alcolico o in un pogo campestre, e lì si potrà agire indisturbati.

1. The National, “Vanderlyle Crybaby Geeks”

Alla fine occorre pur sempre tornare a casa, e nel momento più temuto da tutti – quello della spartizione dei viveri rimasti (“Dai porta a casa le uova sode!”, “Io la carne non la mangio”, “Io la porto ai cani”, “Però è brutto buttare il pane”) – questa song che chiude solitamente i concerti dei National si sposa bene con i titoli di coda di questo picnic. Ah, le olive rimaste ve le prendete voi, io non le mangio.

(Paolo Bardelli)