PILE, “You’re Better Than This” (Exploding In Sound Records, 2015)

screen-shot-2015-01-13-at-1-17-07-pmNella scena indie-punk-DIY di Boston, i Pile sono considerati una leggenda, rispettati e temuti dal 2009. Sempre indifferenti ai riflettori, nel 2012 l’esordio “Dripping” (Exploding In Sound Records) desta scalpore tra appassionati e musicisti. Giungono finalmente all’attenzione d’oltreoceano a marzo dell’anno scorso con il singolo “Special Snowflake”, spiazzando di qua ed esaltando di là, grazie ad un suono graffiante fatto di grunge e hardcore, le liriche intrise di cinismo, la maestria nel passare dalla quiete alla furia.

“You’re Better Than This” rompe gli schemi e annulla le differenze; è l’oscuro disco della maturità. Un tunnel claustrofobico che attraversa la scena indie da parte a parte, per affiorare sul versante dell’hardcore, incrociando Fugazi e Jesus Lizard.
I brani si susseguono scanzonati, tra le esplosioni distorte e i rassicuranti squarci melodici, l’atmosfera opprimente e i rari momenti armonici che paiono versioni intossicate dei ritornelli surf. Insomma, più o meno qualunque evoluzione spericolata si possa compiere con due chitarre, in un compendio delirante. La voce di Maguire urla e sussurra, fa il verso a Jeff Mangum, mentre Matt Connery al basso fa il lavoro sporco, costruendo le impalcature sui controtempi folli del batterista Kris Kruss.
Il tutto sembra sempre stia per crollare, e non crolla mai davvero. I ritmi si riversano gli uni negli altri, e ogni cosa nel suo contrario: la ballad si trasforma in catastrofe, martellante ed epica, e narra la vita, la morte e i miracoli di “Mr. Fish”, uno dei brani più riusciti; il country diviene anthem-punk (“Touched By Comfort”, Titus Andronicus e Mumford & Sons in una fusione disturbata); “Tin Foil Hat” genera escrescenze metal sui suoi accordi garage; agli episodi più lirici è dato il titolo “Fuck The Police”.
L’album è divertente e sofferto in ogni momento, passando per il brano più reappresentativo del disco “#2 Hit”, fino alla hidden-track “Rock And Roll Forever With The Customer In Mind”, una zarrata strumentale tutta chitarre.
Non viene posto un limite, non si distinguono generi, formati, o suggestioni. Sta tutto avvolto nella nebbia lo-fi, in un unico flusso. I Pile sputano tutto assieme, e fanno centro.

80/100
Pietro Di Maggio