Chastity Belt, quattro sedicenti “slut” della Seattle indie

10896908_869741643046853_1969635788921920527_nTra le influenze indicano “sex, violence, nickelback”. Tra i loro premi si attestano come vincitrici del premio “biggest slut” (traducibile come “puttanissime”) e il nome, che sta per cintura di castità, è soltanto una provocazione.
Dopo lo scanzonato esordio “No Regerts”, le quattro Chastity Belt si preparano al seguito “Time To Go Home”, sempre su Hardly Arts. Julia Shapiro, Gretchen Grimm, Lydia Lund e Annie Truscott vengono da Seattle e la loro proposta è un indie abrasivo e melodico. Tra rigurgiti lo-fi anni Novanta, college rock, indie pop, fascinazioni da riot grrrl. A differenze delle band al femminile legate al femminismo più oltranzista, le quattro Chastity Belt si caratterizzano per testi normali, esuberanti, tra feste, droghe, alcol, party, sesso occasionale, tatuaggi, hangover e divertimento frivolo. A partire dalla titletrack del nuovo disco in uscita il 24 marzo, è innegabile, continuano a divertirsi e fare divertire.

Sono state appena confermate di spalla a un’artista che ci piace molto, Courtney Barnett.

Questo il video dell’irresistibile “Time To Go Home” (che abbiamo inserito nella Kalporz Playlist #JANUARY2015), diretto da Bobby McHugh.
Giudicate voi.