CLIPPING., “Clppng” (Sub Pop, 2014)

clipping-clppng-2500pxIl trio losangelino dei Clipping. è il più recente degli ingaggi della Sub Pop, che sulla scia dei Shabazz Palaces (tornati con un secondo album in questi giorni) ha creato un proprio rooster di artisti hip-hop con un’estetica noise – uno dei marchi di fabbrica della label di Seattle – ben cucita addosso. Tornano dopo l’autoprodotto “Midcity” e il risultato è a tratti spiazzante, spesso riuscito, pieno di chorus potenti e metriche inusuali nei fiumi di parole confezionate dall’MC Davee Diggs.

L’abbrivio è prorompente, “Body And Blood” ha un tiro pazzesco, come ad unire in un duetto virtuale Nine Inch Nails e il Kanye West anni dieci; la successiva “Work Work” cantata con Cocc Pistol Cree rallenta i bpm ed aggiunge toni scuri ad una melodia principale altrimenti tendente all’R’n’b. “Get Up”, ancora un duetto che coinvolge stavolta la calda ugola di Mariel Jacoda, è una grezza e semplice risposta all’accoppiata Eminem-Rihanna a dimostrare come con poco, si possa fare meglio. “Tonight” e “Summertime” riscoprono l’importanza del refrain da cantare magari ubriachi e appena usciti dal club, in una notte di sesso e divertimento sfrenato.

Ma se dovessi scegliere un pezzo rappresentativo del talento dei tre musicisti nominerei “Inside Out”: curato nella scelta dei suoni, poichè la musica concreta e industriale delle basi riesce a fondersi a loop vocali e rime nell’assalto alle orecchie dell’ascoltatore, è quello in cui più si nota un equilibrio delle parti e un lavoro di squadra nella tradizione dei grandi ensemble del genere (vedi Public Enemy).

Tolta la breve cavalcata sintetica di “Story 2”, il disco porta in dote anche tracce pretenziose soprattutto nella loro lunghezza (“Dream”, “Dominoes”) e si chiude con un taglia e cuci violento che viene voglia di toglierlo dal lettore e tirarlo contro il muro. Scherzi a parte, questo “Clppng” è un viaggio sonico di sicuro interesse, che fa ben sperare per il futuro.

72/100

(Matteo Maioli)

8 settembre 2014