Teho Teardo & Blixa Bargeld, Auditorium Flog, Firenze, 21 marzo 2014

Blixa Bargeld Theo 2012  RABSCH 3992sw_1

“Wer bin ich in einer anderen Sprache? Kommen die Metaphern mit mir mit?
(“Chi sono in un’altra lingua? Le metafore vengono con me?”)
estratto da “Mi Scusi”

Con questa domanda filosofica Blixa Bargeld, storico componente degli Einstürzende Neubauten e dei Bad Seeds poi, comincia (o quasi, in apertura c’è “Nur zur Erinnerung”) la sua performance artistica all’Auditorium Flog (prima data del tour europeo del duo Teardo – Bargeld). Sale sul palco, è nero vestito e trasuda eleganza e classe come non mai. Lo seguono il compagno di avventura Teho Teardo, musicista e compositore di alta levatura, e la violoncellista Martina Bertoni.

Sulle trame sonore, ideate da Teardo, Blixa con creatività e intelligenza, costruisce e (ri)elabora le proprie intuizioni e impressioni, suscitate dalla realtà post-moderna. La “foresta di antenne” sui tetti di Roma, descritta in “Come up and see me” ne è l’esempio più calzante e ficcante. Ma la stessa “Axolotl”, introdotta da Blixa come la canzone “ispirata da Giorgio Agamben, filosofo italiano”, può essere vista come una metafora – ritorna questa parola, forse non è un caso – della parabola dell’essere umano incapace di evolversi come l’Axolotl, anfibio vivente nel Golfo del Messico. Bargeld si fa quindi interprete di una bellezza decadente, tra italiano, tedesco e inglese trova un equilibrio espressivo, o forse, sarebbe meglio dire che le lingue si incontrano e si mescolano, si annullano i confini e le distanze, viene a crearsi una comunicazione universale, ed è quella della forte corporeità dell’artista tedesco. Che con uno sguardo, i movimenti della mano, dice molto di più di mille parole. Il ritmo degli interventi vocali è poi studiato, calcolato, non sovrasta mai il tessuto strumentale, orchestrato da Teardo. C’è un’ intesa (quasi) perfetta fra i due, le parole non sono necessarie, il corpo è il moto propulsore di tutto.

Teardo, nell’angolo di sinistra, è la mente malefica, artefice del connubio tra linguaggi musicali diversi, classico e moderno: le canzoni nascono come brani per chitarra e vengono poi eseguiti insieme a un violoncello. Al centro della scena Blixa è il sacerdote profano di questo incontro futuristico. Le rette parallele non si incontrano mai, ma a volte succede che lo facciano.

(Monica Mazzoli)

25 marzo 2014

foto di Thomas Rabsch