OFELIADORME, “Bloodroot” (The Prisoner, 2013)

OFELIADORMEGli Ofeliadorme sono una band che non conoscevo, che ho affrontato dunque con tanta curiosità e senza alcun tipo di prevenzione, e che fin dai primissimi ascolti si è rivelata una piacevolissima sorpresa ed ideale testimonial di un “sottobosco” italiano vivo e vegeto.

Di questo album mi convince pressoché tutto. Innanzitutto la parte strumentale, nella quale le due differenti lingue parlate da una chitarra post–rock, pulita, ampia ed avvolgente, e da una batteria incalzante e tendenzialmente up tempo, finiscono con il trovare un’intesa ed un feeling davvero notevoli, quasi che si frequentassero da sempre. Poi quel meraviglioso collante sonoro che è la voce di Francesca Bono, capace di scivolare con facilità e personalità da momenti melodici e tenui ad altri più decisi e passionali, riuscendo sempre a coinvolgere e facendosi altresì apprezzare per quel suo non voler mai eccedere in personalismi e virtuosismi, assolutamente nelle sue corde (vocali).

Ecco, è proprio questa sorta di equilibrio e di armonia tra strumentazione, voce e melodia uno degli aspetti che si apprezza maggiormente in questo “Bloodroot”, con nessuna delle tre anime che sovrasta le altre, esaltando così il gioco di squadra e valorizzando la canzone tout–court. E questo vale per tutte le 9 tracce presenti, per un totale di poco più di una mezz’oretta di musica che, pur seguendo piuttosto fedelmente il corollario sonoro istituzionale, grazie alle tante e mutevoli sfumature e ad una capacità compositiva notevole e suggestiva riescono a differenziarsi l’una dall’altra e ad apparire così quali capitoli ben distinti della medesima opera.

Alla luce di quanto detto, mi risulta davvero difficile segnalare un pezzo piuttosto che un altro; il consiglio migliore che posso dare è di ascoltarselo tutto questo album, dall’inizio alla fine e dalla fine all’inizio e poi ancora e ancora…. I sentieri calpestati dagli OfeliaDorme non sono vergini ed inesplorati, devo ammetterlo, ma ciò importa davvero poco quando i panorami, le sensazioni ed i suoni sono di questa intensità ed eleganza. Gran bel disco.

75/100

(Gabriele Bacchilega)

16 marzo 2013

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