TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI, “Nel Giardino Dei Fantasmi” (La Tempesta, 2012)

Ho sempre fatto un po’ fatica ad ascoltare per intero un disco dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Lo so che non sono cose da scrivere pubblicamente, che se ti lamenti di certa roba allora cosa cavolo vuoi, però è così. Ad ogni disco arrivava il momento dello skip annoiato: il punk, la leggerezza, l’adolescenza, l’aria fresca, tutto molto bello, però arrivavo a metà disco con la sensazione di non ascoltare qualcosa di davvero forte. E neanche la strada reggae-dubstep imboccata da Toffolo e soci nell’ultimo loro lavoro mi avevano convinto. Ma chiariamoci subito: i teschi più famosi dell’indie italiano sono bravi e tanto, il problema era solo mio. Fortuna che le cose cambiano.

Con “Nel Giardino Dei Fantasmi”, uscito in casa per La Tempesta il 7 dicembre – quando chi più e chi meno era indaffarato con le faccende apocalittiche dei Maya e/o con le responsabilità natalizie – i Tre Allegri Ragazzi Morti non cambiano: si prosegue suonando come in “Primitivi Del Futuro”, è cioè farcendo le melodie a presa rapida che tanto si apprezzano con arrangiamenti molto più caldi, pieni, legnosi. Proseguono anche i racconti delle cose adolescenziali, della nebbia che ne consegue, la carne, il sangue, cose tristi e un po’ meno tristi ma comunque tristi, l’aria fresca.

E insomma, era tutto pronto: il disco suonava andava avanti e io sapevo che il momento dello skip sarebbe arrivato. E invece no, per la prima volta i Tre Allegri Ragazzi Morti mi sono piaciuti dall’inizio alla fine, dritti. Le romaticherie al mandolino ipnotico di “Come Mi Guardi Tu” all’inizio del disco anticipano cose vecchio e nuovo stile (“I Cacciatori”, “La Via Di Casa”, “La Fine Del Giorno”), e per ultima “Di Che Cosa Parla Veramente Una Canzone”, ballata meravigliosa dal titolo meraviglioso, sembra chiudere un po’ il cerchio della sperimentazione del percorso musicale della band, pronta per diventare uno dei pezzi forti dei live.

E quindi, di che cosa parla veramente questo disco? Del volersi bene. Nelle storie di Toffolo c’è una cura profonda nei confronti dei ragazzi, delle loro cose e delle idee che frullano nel loro cervello, una specie di motivo d’orgoglio, una dedizione ostinata, un punto d’onore. “Nel Giardino Dei Fantasmi” è un disco per loro, suonato leggero, malinconico, spensierato come da ragazzi si deve vivere. Un manuale d’istruzione per diventare grandi. E non a caso a cantarlo sono dei ragazzi – un poco cresciuti, va bene – con dei teschi sulla faccia, allegri ed innamorati.

Bravi Tre Allegri Ragazzi Morti, siete vivi.

88/100

(Enrico Stradi)

7 gennaio 2013

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