COLAPESCE, “Un Meraviglioso Declino” (42 Records / Audioglobe, 2012

L’Arsenale, la Sicilia, la vista lunga di Giacomo Fiorenza e soprattutto il talento di Lorenzo Urciullo. Gli Albanopower debuttano con “Maria’s Day” nel 2009 e nel 2010, tra concerti e i momenti liberi, Lorenzo concepisce il progetto Colapesce che si concretizza con i tre pezzi registrati per partecipare al Premio Ciampi e, soprattutto, con il mini-lp digitale omonimo, con cinque inediti e una cover di Leo Ferrè. Delle origini letterarie del nome di battaglia scelta non è il caso di discettarne in questa sede, per quanto la declinazione cantautorale/generazionale di quello che si può considerare il vero e proprio debutto di Colapesce ne è fortemente debitore, ma più in quanto ad ispirazione e modalità espressive che altro.

Cantautorato e folk sono gli ingredienti fondamentali, oltre a testi che raccolgono rifrazioni emozionali ed, inevitabili, riferimenti alla nera attualità sociale (subito, in evidenza con il brano di apertura “Restiamo In Casa”), il tutto realizzato con la stessa squadra di “Colapesce”, ovvero Toti Valente, Giuseppe Sindona e Francesco Cantone. In pratica gli Albanopower come (ma di più di una) backing band con il contributo di Roy Paci per gli arrangiamenti di fiati e archi in “I Barbari”, “La Distruzione Di Un Amore” e “Quando Tutto Divento Blù”, Sara Mazo in “Sottotili” e Alessandro Raina in “I Barbari”. E proprio nell’atmosfera e della vena melodica dei recenti Amor Fou, si ritrova una delle chiavi interpretative della prima parte di “Un Meraviglioso Declino”.

Lungi dall’assumere una connotazione negativa, il meglio arriva però nella seconda parte del disco, da “La Distruzione Di Un Amore In Poi”, in cui pian piano ci si affranca da modelli di sorta e si salpa verso i lidi di pezzi splendidi come “S’Illumina” (una gemma acustica che stende senza fare sconti) o le finali “Il Mattino Dei Morti Viventi” e “Bogotà”. E’ chiaro come il progetto Colapesce abbia acquisito ancora maggiore definizione ed è solo un bene per il (suo e nostro) futuro, anche se saremo così fortunati (e capaci) d’uscire dal periodo di decadenza totale in cui siamo, per rendere meraviglioso (beh, almeno un po’ migliore) lo stato in cui versa la nostra civiltà, anche interiore. Al momento, Colapesce però, vive di vita propria, pur essendo appena nato. Cali qualitativi, dato il talento dimostrato, non saranno perdonati.

75/100

(Giampaolo Cristofaro)

14 marzo 2012

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