ZEUS!, “Zeus!” (Bar la Muerte/Offset, 2010)

Sentendo il nome Zeus! il primo pensiero è indissolubilmente legato alla loro esibizione all’interno della manifestazione Parklife in quel del Magnolia.
Dieci persone tra il pubblico, infiniti problemi elettrici legati alla cavettistica, un live che sembrava suonato direttamente in una sala prove.
Di controcanto mi ritrovai di fronte ad un muro sonoro impressionante, un pezzo dopo l’altro sputato in faccia ai pochi malcapitati e un’urgenza espressiva in bilico tra mera mestizia musicale e goliardica presa in giro.
Da allora ho sempre sperato in una loro uscita discografica, se non altro per cercare di capire se la mia fosse stata una ingenua esultanza dovuta alla totale devozione alla causa del rumore o, semplicemente, un grande abbaglio dettato dall’entusiasmo.
In realtà il dubbio tra serietà e demenzialità rimane, la cosa certa è questo primo lavoro omonimo è un gran bel disco e una delle uscite discografiche italiane dell’anno.
Il curriculum di questo duo è di prima qualità: Luca Cavina (componente di Calibro 35, Transgender, Hellish, Pornoise, Pixel Johnson, Beatrice Antolini (probabilmente suona pure nel gruppo che ha la saletta vicino a casa vostra!) al basso ultra-distorto e alla pseudo-voce; Paolo Mongardi (Transgender, Rebelde, Il Genio, Jennifer Gentle, Mortuaria, Taunt/State Of The Art Living Dead) alla batteria.
Catalogare il loro suono all’interno di un genere o di una moda è tempo perso, d’ora in avanti parleremo di “Golden metal”, definizione direttamente cognata dai nostri.
Ognuno di voi potrebbe trovare un personale significato, l’unica cosa ovvia è che non siamo di fronte a un duo basso/batteria orientato alle trantriche litanie narcolettiche (OM), tanto meno a un indie-punk multiforme (Death From Above 1979).
Se dovessi ricondurli a qualche realtà nostrana, potremmo trovare un filo conduttore legato alle geniali sperimentazioni del pianeta Zu.
I punti di contatto tra i due gruppi sono: la ricerca musicale, l’estremizzazione della proposta e l’ottima preparazione tecnica.
Palesemente diverso il risultato: gli Zeus!, in alcuni frangenti, suonano come se i Battles fossero pronti per coverizzare i Melvins (la spigolosa “Giacomo Leopardi” e la claustrofobica “Steve Sylvestr Saves”), in altri come se i Fantomas avessero deciso di azzuffarsi con i Locust, dimenticando che Lombardo è ancora alla ricerca della velocità della luce (la carbonifera “Gindmaster flesh” e l’apocalittica “Ate U”).
“Golden metal shower” è la coda finale di questi deliranti 30 minuti, 9 pezzi che suonano come un’unica ed estenuante suite strumentale (fatta eccezione per gli assurdi orpelli vocali di Luca).
La produzione, dal sentore piacevolmente internazionale, è affidata alle sapienti mani di Giulio Favero, valore aggiunto per l’ottima riuscita di questo spiazzante debutto.
Un disco difficile, non per tutti, che può regalare grandi soddisfazioni a chi è continuamente alla ricerca del diverso e dell’estremo.

(Matteo Ghilardi)

Collegamenti su Kalporz:

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15 ottobre 2010

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