FEIST, The Reminder (Polydor / Universal, 2007)

Torna a tre anni di distanza dall’acclamato “Let It Die” (e dopo il disco di remix “Open Season”) la mora chanteuse canadese: Leslie Feist, prego. Torna e non si può che essere contenti a riguardo. Chiariamo: chi è a conoscenza della sua collaborazione con i Broken Social Scene, nel caso in cui non conosca i suoi lavori solisti, non deve aspettarsi schitarrate schiettamente alternative. Qui fiorisce un genuino songwriting folk pop accompagnato da una voce che sa di Jane Birkin. A che serve Feist quando Joanna Newsom siede già sul trono delle cantantesse? La risposta è semplicemente in tre lettere: pop. Ce n’era nel disco d’esordio, ce n’è a sufficienza anche qui. Troverete di che tirarvi su con “Past In Present” e il singolo “1 2 3 4” se ignorare colpevolmente ballate stradordinarie come “Park” e “Limit To Your Love” vi sembri cosa buona e giusta; ma il lato più intimista di Feist è troppo bello per essere snobbato ed etichettato come noioso. Eppure sorge un dubbio: funziona tutto così come ve lo racconto? Non è che queste canzoni siano belle ma non siano capolavori? E se la voce potesse stupire più di quanto non faccia? Insomma, se Feist possedesse più cartucce di quante ne spara? Tutto vero. Ma “So Sorry” ha quell’inizio un po’ incerto che ti trascina dentro a ciò che sarà una delle canzoni più riuscite. “I Feel It All” è un pezzo che più Feist non si può e, come se non bastasse, la nostra piazza un’altra ballatona finale, “How My Heart Behaves”, che non lascia dubbi. La classe c’è e si riconferma in questo primaverilissimo nuovo disco. Il resto dei suoi colpi li aspettiamo per un prossimo futuro, consci che sarà nuovamente di qualità.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *