CHEAP WINE, Freak Show (Cheap Wine Records / Venus, 2007)

Dieci anni fa i Cheap Wine iniziavano la loro avventura fatta di sudore, chilometri e chitarre elettriche. Sembra una storia come molte altre, ma a differenza dei soliti protagonisti – californiani… o statunitensi in generale – i nostri eroi vengono da Pesaro e cercano di convivere con l’idea di essere nati nell’ottavo mondo musicale dell’altresì noto belpaese. “Freak Show” esprime al meglio tutto quello che i Cheap Wine sono stati e saranno, perché l’avventura non finisce certo qui e di chilometri da percorrere ce ne sono ancora molti, così come non è ancora ora di mettere a tacere le chitarre elettriche, qui rabbiose come non mai. Questo perché “Freak Show” può essere considerato il disco “punk” dei pesaresi. Punk come attitudine: abrasivo, distorto, più cupo del passato e decisamente meno psichedelico. Vengono meno le ballate figlie del Paisley Underground (nonostante la presenza di brani come “Nothing Left To Say” e power-ballads come “Naked Kings” e “Evil Ghost”, per chi scrive le migliori del lotto) – per anni si è parlato di loro come i nostri Dream Syndicate – in favore di overdrive vigorosi e muscolari (“Dance Over Troubles”), ritmiche serrate ed anfetaminiche e un cantato più rockista (“Time For Action”). Questi possono essere problemi per chi ha a cuore una certa idea di evoluzione, ma come la band ha dichiarati – e questo ci sembra ampiamente emblematico per la loro filosofia – “esistono solo due tipi di musica, quella buona e quella cattiva. Il resto sono solo cazzate”. Ecco perché, forse un po’ cocciutamente, i Cheap Wine continuano per la loro strada rispondendo solo a loro stessi e rischiando tutto sulla loro pelle (sono alfieri dell’autoproduzione in tutti i suoi risvolti) e per questo meritano certamente un sempiterno rispetto. Anche perché finora non hanno sbagliato un colpo. E “Freak Show” non fa che confermare lo stato di salute di questa band così lontana da ogni stereotipo da poter essere considerata, a tutti gli effetti, come un pezzo da 90 di quella musica che per mere ragioni geografiche, viene considerata italiana.

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