LANGHORNE SLIM, Engine EP (V2, 2006)

Un gran bel personaggio divertente, questo Sean Scolnick in arte Langhorne Slim. Ce se n’è accorti anche dal vivo sabato 4 novembre al Calamita per “Live in Kalporz”, una voce modulabile per un’energia contagiosa in stile stomp e bluegrass, un moderno folletto country simpatico e saltellante. Ma quando il nostro si mette solo soletto a suonare la sua chitarrina come un Bob Dylan di quasi mezzo secolo dopo, beh, l’effetto c’è ancora. Tutto il concentrato di quest’artista lo si ritrova in formato ep, e dunque mignon, in “Engine EP”, passo interlocutorio verso il nuovo album che uscirà all’inizio del 2007.

C’è il catartico raccontare un po’ malinconico di “Sweet Olive Tree”, una canzone talmente classica da essere inattaccabile, e “Restless”, c’è il polleggio da sedia a dondolo davanti ad un casetta del profondo Sud statunitense – anche se dal titolo non si direbbe – di “English Tea”, e lo scatenarsi a briglie sciolte del country-blues di “Honey Pie”. Un assaggino gustoso di quattro canzoni che ci fa annotare mentalmente che nel 2007 ci si potrà godere il seguito sulla lunga distanza di “When The Sun’s Gone Down” (2005). Attendiamo con la calma di chi ha appena messo nelle botti del buon whisky.

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