BE YOUR OWN PET, Be Your Own Pet (XL / Self, 2006)

I Be Your Own Pet fanno parte del revival garage caciarone che tanto ci diverte di questi tempi. Escono per la XL, già testamentaria del patrimonio artistico dei White Stripes, il che ci fa capire come stanno le cose. Insomma, è un disco divertente e il fatto che abbiano in media meno di 20 anni non fa che rendere ancora più gradevole il tutto. Alla fine tutto si riconduce alla relatività. Una Juliette Lewis qualsiasi fa un disco del genere e ne esce fuori una schifezza, lo fanno dei post-adolescenti – come loro o i The Beautiful New Born Children – e va tutto bene e anzi, è tutto molto eccitante. Questo perché? Perché l’ingenuità rock’n’roll è una gran bella cosa e quando sei molto giovane puoi ancora buttarla in mezzo per fare un po’ di casino, soprattutto quando è il divertimento l’unica cosa che cerchi. Poi ovvio, le chitarre sono distorte, la batteria pesta un 4/4 perenne col charleston aperto e la voce della cantante è sguaiata (ma non perversa come Karen O, direi più una Chrissie Hynde adolescente alla festa del liceo). Tutto nelle norma. Benvenuti alla festa.

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