MALCOM MIDDLETON, Into The Woods (Chemical Underground / Audioglobe, 2005)

I primi contatti con l’opera solista di Malcom Middleton – metà degli Arab Strap – non erano stati dei più entusiasmanti: il suo esordio “5: 14 Fluoxytine Seagull Alcohol John Nicotine” suscitava reazioni molto vicine alla noia siderale e a vederlo dal vivo in apertura ai Mogwai non si capiva se era l’effetto degli alcolici o delle sue insopportabili nenie. Fortunatamente ora non è più così.

Messa via la chitarra acustica, lo scozzese ritrova la felicità di suonare con una band e mette a segno un pregevole lavoro che non mancherà di stupire chi, come il sottoscritto, lo dava per spacciato sotto il macero della mediocrità. “Into The Woods” è infatti una piccola rivoluzione. Un disco in cui sembra di sentire i Belle & Sebastian di “Tigermilk” (se non altro per l’utilizzo di cianfrusaglie elettroniche in “No Modest Bear” e “A Happy Medium”) che suonano assieme ai Delgados (“Break My Heart”) in un enorme prato verde assieme ad una banda tradizionale della natìa Scozia (“Monday Night Nothing”).

Cazzate a parte, il secondo lavoro di Middleton è un’opera davvero pregevole. Nella quale il passato e il bagaglio di esperienze – inevitabile sentire qua e là delle eco del suo gruppo padre – diventano frutto prezioso per la composizione di canzoni personali e riconoscibili che si fanno ascoltare con piacere e coinvolgimento. Compatto ma non logorroico, omogeneo ma non noioso, malinconico ma non deprimente. “Into The Woods” si rivela disco prezioso, che non ruba troppo tempo (46 minuti appena) e che ripaga delle attenzioni – giustamente – dedicategli. E poi contiene una canzone come “Bear With Me”, semplicemente bellissima nella sua schiettezza e sincerità.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *