EN ROCO, Prima di volare via (Fosbury / Audioglobe, 2003)

“Canzonette. Noi facciamo canzonette”. E così, la nuova via al pop italiano più brillante e poetico passa anche dai genovesi En roco, e dalle undici (dodici, contando anche la ghost- track) canzonette di questo loro debutto.

Chi cerca la novità a tutti i costi farà bene a tenersi alla larga da “Prima di volare via”: nessuna sperimentazione, niente di cervellotico né di pretenzioso; solo una ricerca costante della melodia, della parola non banale da appoggiare sugli intrecci di chitarre acustiche e violino. È tutto qua, e non c’è nemmeno l’ombra di un’elettrica.

Ci vuole classe, per rimanere in piedi con così poco, e con tutta questa semplicità: gli En roco ci riescono molto bene, e sapete perché? Perché non hanno paura della melodia, e nemmeno di suonare banali. La matrice rock dei brani è evidente soprattutto nei momenti più vivaci (“L’odore dei gerani”, “Satura di me”), ma tutto è sublimato in arrangiamenti gentili, col violino che spesso si ritaglia momenti di bella evidenza e le chitarre acustiche a cercare intrecci di gran gusto.

D’istinto verrebbe da dire che “Prima di volare via” ha un solo difetto, quello di essere uscito con un anno e mezzo di ritardo: se così non fosse stato, non avrebbe dovuto misurarsi con un disco come “In circolo” dei Perturbazione; il loro debutto esce adesso, però, e il paragone è davvero inevitabile. Il confronto non può che mettere in luce la minore varietà stilistica degli En roco, ma non dobbiamo dimenticare che questo è pur sempre il loro primo album, e che canzoni bellissime come “Niente di peggio” e “Prima di volare via” raggiungono un equilibrio tra parole romantiche e melodie carezzevoli che è davvero prezioso; in fondo, lasciarsi conquistare dalla coraggiosa semplicità degli En roco è solo questione di un attimo.

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