EMINEM, The Slim Shady LP (Aftermath Ent. / Interscope Records, 1999)

Cosa pensare di un tizio, sconosciuto e pure bianco, che vende milioni di dischi ringhiando sulla madre e sulla moglie, e che si vanta di essersi fatto una quindicenne… E’ stato più o meno così che ho sentito parlare di Eminem la prima volta, prima di ascoltare questo The Slim Shady LP. Non mi spiegavo proprio cosa stesse succedendo. Le liriche e il flow mi sembravano unici, nuovi nel senso più completo. Cioè poche novità, facendo le cose degli altri ma di un’altra qualità, con altro colore. E allora, che succede? Perché dice quelle cose, di cosa ha bisogno? Di farsi notare non ha proprio bisogno. Un bianco di due metri, coi capelli gialli, prodotto da Dr Dre non deve fare il pagliaccio per farsi riconoscere. E visto che ha venduto milioni di dischi e non è una boy band nè una baby pop girl qualcosa deve esserci. Torniamo alla musica.
Eminem è un lyricist, non solo un mc. Lo dico perché sia chiaro che è solo lui a scrivere le cose che canta. Le cose terribili sulla madre e sulla moglie, la conta degli acidi, gli atteggiamenti da ribelle stonato e un bel po’ pazzo. Perché farà paura chi canta ‘Fuck Tha Police’ o ‘Cop Killa’, ma ’97’ Bonny & Clyde’ fa tutto un altro effetto. La traccia è delicata, dolce, tiepida. Eminem, pardon Slim Shady, parla con la figlia, la porta con sé in auto a buttare in mare sua moglie, appena sgozzata e rinchiusa nel bagagliaio, e così via. Non è la sola traccia su questo tenore, e il 1999 non si aspettava un caso Eminem, non era preparato. L’opinione pubblica e la stampa martellavano sul nuovo rapper, sul protetto di Dre, e nel mentre le vendite crescevano. Crescevano troppo. Non basta una campagna stampa o la fama di maledetto a provocare un successo tale. Doveva esserci qualcosaltro, che manco a dirlo è la cosa più semplice di tutte. L’abilità, le capacità di Eminem con in mano il microfono, fanno la differenza. Un biondo smilzo e bianchissimo prodotto dal re dei rapper neri è un buon inizio, ma non basta. L’opinione pubblica contro, alla musica fa un gran bene, fa vendere. C’era dell’altro, però. C’era che la critica musicale, almeno quella competente, le riviste di hip hop o black music (!), non avevano nulla da dire. Questo tizio dimostrava un talento sorprendente a rappare e a scrivere liriche. Il verdetto era imperativo, sin dalle prime impressioni. In più, il ragazzone si produce da sé quasi tutto. Su quattordici tracce, solo quattro sono prodotte da DrDre. Che poi siano le meglio riuscite, è un altro discorso.

Vediamole, le tracce di Em & Dre. L’album inizia con ‘My Name Is’, singolo dell’anno per Billboard, e ‘Guilty Coscience’, con Dre al microfono nelle vesti della coscienza di Eminem! Esilarante, e profondo. Il tono è grottesco, insomma sarebbe uno scherzo, sarebbero trovate ironiche, le storie di Eminem. E infatti è Slim Shady e non Eminem che ci racconta di sé. Vi assicuro comunque che non è affatto rassicurante, che ci sia un alias a parlare per conto di Emienm. Quando ascolterete l’album, per voi sarà tutto vero, inquietante e eccitante. Ma parlavamo di Em & Dre. Restano un’altra straordinaria ‘Role Model’, e ‘Rock Bottom’ verso la fine. In tutto quattordici tracce e sei skit, in un album non molto omogeneo, un po’ spaiato ma sorprendente. Sorprendente per la qualità, gli skills come dicono gli americani, del rapper. La fama di Eminem deve, ripeto DEVE restare in disparte, rispetto al valore dell’mc.

The Slim Shady LP è stato il debutto nella ribalta di Eminem. I primi due lavori sono introvabili, e probabilmente acerbi. Lo dico perché il secondo album si intitola The Slim Shady EP, e Dre ha lavorato di scure più che di cesello, per trasformarlo in LP. The Marshall Mathers LP, l’ultimo lavoro di Eminem, perde in freschezza ma acquista in esperienza, ossia in rotondità. Alla fine insomma la lucidità di Dre ha fatto di uno sbandato un professionista. Che è stato un bene senza dubbio, anche se la follia di Eminem (o Slim Shady) si sposava bene con quel tanto di ingenuità che è sopravvissuta su questo album. Un’ultima cosa. La dedica è per Hailie Jade Scott, sua figlia e la donna più importante della sua vita. La dolcezza verso la piccola figlia e la violenza verso la moglie, l’eleganza delle liriche e la crudezza delle immagini ci mostrano la lotta fra Eminem e Slim Shady, fra il suo lato oscuro e quello umano e confuso. Una lotta dai frutti dolcissimi.

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